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Moncef Marzouki, presidente ad interim della Tunisia |
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TUNISIA: PRIMA CONDANNA A MORTE DEL DOPO BEN ALI
21 febbraio 2012: il Tribunale di primo grado di Tunisi ha recentemente pronunciato la prima condanna a morte dall’uscita di scena dell’ex presidente tunisino Zine el-Abidine Ben Ali.
Il presidente della giuria ha emesso la condanna all’impiccagione nei confronti di un 30enne che con un coltello avrebbe aggredito e ucciso uno studente, il 20 marzo 2011 a Manouba,
Mentre la Tunisia tenta di abolire una giustizia transitoria, le preoccupazioni legate ai diritti umani sono divenute una priorità. Di conseguenza, gli attivisti per i diritti umani hanno attribuito molta importanza agli sforzi per l’abolizione della pena di morte.
La Lega Tunisina per i Diritti Umani ha costituito nel 2007 una Coalizione contro la pena di morte in Tunisia.
Nonostante l’organizzazione avesse presentato le proprie iniziative al governo dell’ex presidente tunisino, il progetto non è stato mai applicato.
Hatem Chaabouni, dirigente della Lega Internazionale per i Diritti umani, ha dichiarato l’opposizione della propria ONG alla legge in vigore che prevede in Tunisia la pena capitale.
“Il diritto alla vita è un diritto che non può essere confiscato da nessuno, in special modo dal governo, non importa quale crimine sia stato commesso”, ha detto Chaabouni.
L’ultima esecuzione praticata in Tunisia risale al 1991.
Generalmente le condanne a morte vengono in appello ridotte ad ergastolo o lunghe pene detentive.
Lotfi Azouz, Dirigente di Amnesty International, riconosce che questa prassi è preferibile rispetto all’esecuzione, tuttavia è necessario che la pena di morte venga eliminata dalla legge tunisina.
“Questa forma di amnistia è un segno positivo, ma non è abbastanza”.
Gli ordini di esecuzione devono essere approvati dal Presidente della Repubblica, tuttavia il presidente Moncef Marzouki, noto attivista per i diritti umani, ha già assicurato che non firmerà mai alcun ordine di esecuzione come Presidente della Tunisia.
Chaabouni ha dichiarato che la legge (relativa alla pena capitale, ndr) dovrebbe essere eliminata, dal momento che è stata resa obsoleta dalla realtà dei procedimenti giudiziari e che allo stato attuale serve solo a minare la credibilità del sistema giudiziario tunisino dal momento che “i tribunali emettono degli ordini che non vengono eseguiti”.
La Lega Internazionale e Amnesty sostengono che iniziative debbano esser assunte attraverso l’Assemblea Costituente per rimuovere formalmente la pena di morte dai codici tunisini, nel delineare la nuova Costituzione del Paese.
In Tunisia sono 23 i reati per i quali è prevista la condanna a morte, inclusi omicidio, stupro e attacchi contro la sicurezza interna o esterna dello Stato. Il governo di Tunisi non ha ratificato alcun accordo internazionale che proibisca la pena di morte. (Fonti: allafrica.com, 21/02/2012)
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