SUDAN. RISCHIANO ESECUZIONE SE ESTRADATI
8 gennaio 2008: quattro cittadini eritrei e cinque etiopi, attualmente detenuti in Sudan, sono a rischio di arresto, torture e condanna a morte se rimpatriati, denuncia il SOAT, Organizzazione sudanese contro la tortura.
I quattro eritrei sono Marhui Gbryrham, Fitouy Fshai Yingbr Mikaeel, Dislby Tsfa Brhan Hagoss e Ablom tfisty gbry Slasy, arrestati intorno al 2 novembre 2007 sul confine sudanese e attualmente detenuti senza imputazione nella Prigione statale di Port Sudan, in base alla Legge sulle Forze per la Sicurezza Nazionale del 1999.
I quattro si sarebbero sottratti al servizio militare nel loro paese.
Agli avvocati del SOAT è stato impedito dalle autorità sudanesi di incontrare i quattro prigionieri.
I cinque etiopi sono stati prelevati dalle proprie abitazioni nel luglio 2007 e si trovano ora detenuti nella capitale sudanese Khartoum, in base alla Legge sulle Forze per la Sicurezza Nazionale.
Si tratta di Haroun Idriss, Abdala Suliman, Badreldin Ali, Mohamed Amin Nardi e Ibrahim Albana.
A partire dal 2004, avrebbero ottenuto in Sudan lo status di rifugiato, con permesso di residenza rinnovato periodicamente.
Altri tre etiopi, Adam Pasilio, Minika Hailo e Faisal Mohamed Osman, sarebbero già stati rimpatriati, per ordine del Tribunale penale di Khartoum, dopo aver confessato di risiedere illegalmente in Sudan. Attualmente sarebbero detenuti in Etiopia, in località sconosciuta.
Musulmani appartenenti al gruppo etnico Oromo, tutti questi uomini sono a rischio di esecuzione in Etiopia per la loro attività politica. (Fonti: SOAT, 08/01/2008)
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