MORATORIA. D’ALEMA, NOSTRO IMPEGNO PIENO MA ALTRI GOVERNI RILUTTANTI
18 aprile 2007: L'Italia si sta impegnando pienamente "perché si arrivi ad approvare nell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite una risoluzione per l'abolizione della pena di morte e per la moratoria delle esecuzioni", ma incontra delle difficoltà perché ci sono alcuni "governi che in questo momento appaiono più riluttanti rispetto all'urgenza di questa iniziativa". Lo sottolinea il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, in una conferenza stampa congiunta con il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, al termine del loro incontro di oggi alla Farnesina.
"Voglio ringraziare il segretario generale per il suo sostegno più volte ribadito all'iniziativa italiana, un sostegno importante che ha un grande valore politico e morale", dichiara D'Alema, rispondendo ai giornalisti che gli chiedono se i tempi siano maturi per la presentazione in Assemblea di un testo di risoluzione. "Naturalmente non dipende dal Segretario generale mettere all'ordine del giorno dell'Assemblea questa questione", fa notare il capo della diplomazia, sottolineando che "è una cosa non semplice neppure dal punto di vista procedurale perché occorre raggiungere un largo consenso per poterlo ottenere".
Il governo italiano "sta lavorando in questo senso" non si stanca di ripetere D'Alema, "in particolare perché vi sia una iniziativa comune dei Paesi europei: apprezziamo il lavoro che è stato svolto in questa direzione dalla presidenza tedesca - dichiara - lunedì faremo il punto al Consiglio Affari Generali su questa questione, verificheremo a che punto è l'iniziativa europea e poi valuteremo che cosa fare".
"Il nostro impegno è pieno - assicura il titolare della Farnesina - è stato pieno in particolare nel contattare molti governi con lo scopo di allargare il consenso intorno alla Dichiarazione di associazione che gli europei hanno presentato, che è la base per l'iniziativa in Assemblea generale".
Naturalmente, dice ancora D'Alema, "bisogna anche dire che incontriamo delle difficoltà, nel senso che vi sono Paesi che ritengono prematuro, non opportuno avere questo dibattito".
"Stiamo lavorando molto intensamente" con l'obiettivo di arrivare al più presto a una risoluzione, insiste il vicepremier: "Chi ha a cuore questo obiettivo - conclude - non è su di noi che deve premere, ma semmai su altri governi che in questo momento appaiono più riluttanti rispetto all'urgenza di questa iniziativa". (Fonti: Apcom, 18/04/2007)
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