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Il Ministro degli Esteri Massimo D'Alema |
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ITALIA. D'ALEMA: NESSUNA RISOLUZIONE QUEST’ANNO PER LA MORATORIA
26 ottobre 2006: una risoluzione Onu per la moratoria universale delle esecuzioni deve passare per il "consenso europeo". Così il ministro degli Esteri Massimo D'Alema spiega la linea scelta dal governo in seguito al voto unanime della Camera, lo scorso luglio, perché l'Italia presentasse all'Assemblea generale in corso una proposta di risoluzione per la moratoria delle esecuzioni, in vista dell'abolizione definitiva della pena capitale.
"In sede europea è emerso un orientamento unanime per presentare, innanzi tutto, una dichiarazione sottoscritta dai paesi dell'Unione, che sia preliminare rispetto alla presentazione di una risoluzione nella 62esima, cioè la prossima Assemblea", nel 2007, riferisce il vicepremier, al termine di una riunione informale con i membri della Commissione esteri di Montecitorio.
Ma, precisa D'Alema, "se nelle prossime ore, il consenso europeo venisse a mancare, nel senso che qualche Paese farà di testa sua, allora noi riprenderemo la nostra libertà di iniziativa".
Lo scorso 27 luglio la Camera ha approvato all’unanimità una mozione che impegna il governo a presentare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite in corso, “in consultazione con i partner dell'Unione europea, una proposta di risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali in vista dell'abolizione completa della pena di morte; ad operare in modo tale da assicurare alla risoluzione Onu la copromozione di Paesi Stati membri dell'Unione europea e il sostegno di Paesi rappresentativi di tutti i continenti, mettendo in atto sin da subito iniziative a livello bilaterale nei confronti dei Paesi che in Assemblea generale potrebbero decidere di cosponsorizzare, votare a favore o, in certi casi, almeno astenersi sulla risoluzione per la moratoria”.
"Siccome la proposta del Parlamento era di operare in consultazione con l'Unione Europea - risponde D'Alema - la mia opinione è che rompere il consenso europeo che si è determinato
sarebbe un errore, e agire di testa nostra creerebbe una situazione sgradevole, tanto più che i trattati europei chiedono a ciascun paese di concertare le posizioni che si assumono in sedi internazionali".
"Siamo arrivati a questo punto - prosegue il capo della diplomazia italiana - il governo intende operare nell'ambito di questo consenso e ciò significa che la risoluzione sarà presentata l'anno prossimo, non significa che non sarà presentata affatto: la dichiarazione congiunta sarà un atto preliminare".
D'Alema respinge le critiche di chi ha sostenuto in queste settimane che il governo non abbia rispettato la volontà del parlamento e mostra all’agenzia Apcom il documento sottoposto all'Ue già
in estate, "il cui titolo è che l'Italia ha proposto di presentare una risoluzione sulla base della decisione unanime del parlamento" fa notare il ministro.
"Noi ci siamo mossi in modo rispettoso del parlamento e abbiamo ottenuto un risultato che in questo momento non butterei via - conclude D'Alema - il nostro lavoro ha prodotto una posizione di
compromesso in Europa. Ai rappresentanti dei gruppi parlamentari ho spiegato che è conveniente rispettare questa linea di compromesso...Spero di averli convinti". (Fonti: Apcom, 26/10/2006)
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