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A.T.M. Azharul Islam
A.T.M. Azharul Islam
BANGLADESH: CORTE SUPREMA ANNULLA CONDANNA CAPITALE DI LEADER ISLAMISTA

29 maggio 2025:

La Corte Suprema del Bangladesh il 27 maggio 2025 ha annullato la condanna a morte di un leader del principale partito islamista del Paese, che era detenuto dal 2012.
A.T.M. Azharul Islam, del partito Jamaat-e-Islami, è stato assolto dall'accusa di crimini contro l'umanità dalla Corte Suprema, che ne ha ordinato il rilascio.
Islam, nato nel 1952, era tra i sei leader politici di alto livello condannati durante il mandato di Sheikh Hasina, il cui governo autocratico di 15 anni come primo ministro si è concluso nell'agosto 2024, quando una rivolta studentesca l'ha costretta alla fuga.
I partiti politici, tra cui il Jamaat-e-Islami, si stanno preparando per le tanto attese elezioni che il governo ad interim ha promesso si terranno al più tardi entro giugno 2026.
L'avvocato di Islam, Shishir Monir, ha definito il proprio assistito come "fortunato" dal momento che gli altri cinque alti dirigenti politici condannati – quattro del Jamaat-e-Islami e uno del Bangladesh National Party (BNP) – sono già stati impiccati.
"Ha ottenuto giustizia perché è vivo", ha detto Monir ai giornalisti. "La sezione d'appello non ha esaminato le prove in altri casi per crimini contro l'umanità".
Islam era stato condannato a morte nel 2014 per stupri, omicidi e genocidio commessi durante la guerra d'indipendenza del Bangladesh dal Pakistan del 1971.
Il Jamaat-e-Islami ha sostenuto Islamabad durante la guerra, un ruolo che ancora oggi suscita in Bangladesh la rabbia di molti.
Erano rivali del padre di Hasina, lo sceicco Mujibur Rahman della Lega Awami, che sarebbe diventato la figura fondatrice del Bangladesh.
Hasina ha messo al bando il Jamaat-e-Islami durante il suo mandato, colpendone i leader.
Islam presentò appello nel 2015, ma la corte confermò il verdetto nel 2019 e lui presentò un'istanza di revisione nel 2020.
Hasina, 77 anni, è fuggita in India l'anno scorso mentre la folla prendeva d'assalto il suo palazzo, e lì rimane in esilio autoimposto. Intanto il partito di Hasina, la Lega Awami, è stato messo al bando in Bangladesh.
La ex primo ministro ha sfidato la richiesta di estradizione di Dhaka per affrontare le accuse di crimini contro l'umanità relativi alla repressione che causò la morte di almeno 1.400 manifestanti, nel suo fallito tentativo di riconquistare il potere.
Con Hasina fuori dai giochi, Islam ha nuovamente impugnato la condanna, presentando appello il 27 febbraio.
Il 27 giugno, la Corte Suprema, guidata dal Presidente Syed Refaat Ahmed, lo ha assolto.
I sostenitori del Jamaat-e-Islami hanno festeggiato. Il leader Shafiqur Rahman ha dichiarato ai giornalisti che il partito stava anche commemorando quelli che sono stati impiccati. "Sono stati vittime di uccisioni giudiziarie", ha detto. "Se fossero vivi oggi, potrebbero guidare il Paese nella giusta direzione. La gente ricorderà sempre il loro contributo alla nazione".
Mentre i partiti politici si contendono il potere, i rivali del Jamaat-e-Islami rimproverano il sostegno offerto da questa formazione al Pakistan durante la guerra del 1971.
"Noi, come individui o come partito, non siamo esenti da errori", ha detto Rahman, senza specificare ulteriormente a cosa si riferisse e rifiutandosi di rispondere alle domande.
"Chiediamo il vostro perdono, se abbiamo fatto qualcosa di sbagliato".

(Fonte: AFP, 27/05/2025)

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