EGITTO: CONDANNA A MORTE EMESSA DA CORTE ANTI-TERRORISMO
1 luglio 2024: La Corte anti-terrorismo egiziana ha condannato a morte un uomo per l'omicidio di un agente di polizia e il tentato omicidio di altri, ha riferito il Comitato per la Giustizia (CFJ) il 27 giugno 2024. Il CFJ ha deplorato la condanna a morte, chiedendo che Abdullah El-Zareidi venga nuovamente processato davanti a un giudice ordinario. La Corte, presieduta dal giudice Sameh Abdel Hakam, insieme ai giudici Abdel Rahman Safwat Al-Husseini, Yasser Akasha Al-Mutannawi e Mohamed Marai, con la presenza di Zeid Nafeh, capo della Procura suprema per la sicurezza dello Stato, ha condannato El-Zareidi a morte mediante impiccagione. El-Zareidi è stato riconosciuto colpevole dell'omicidio di un agente di polizia, avvenuto a Shibin Al-Qanater, e del tentato omicidio di altri agenti. La decisione della Corte è stata approvata dal Gran Mufti. Un rapporto psichiatrico forense presentato in una sessione precedente ha dichiarato che El-Zareidi è stato esaminato da una commissione presso l'ospedale psichiatrico di Abbasiya, che non ha trovato prove di disturbi mentali o psicologici al momento del crimine o durante l'esame. Il rapporto conferma che El-Zareidi era pienamente consapevole e capace di prendere decisioni, ritenendolo quindi responsabile delle accuse contro di lui. Il CFJ ha respinto la condanna a morte, criticandola come il prodotto di un tribunale speciale che opera secondo la speciale “Legge antiterrorismo”, priva degli standard fondamentali di un giusto processo riconosciuti a livello internazionale. Il CFJ ha sollecitato la sospensione della sentenza e ha chiesto che El-Zareidi venga nuovamente processato davanti a un giudice ordinario. Inoltre, il CFJ ha lanciato un appello all’Egitto affinché ascolti le richieste internazionali di abolire la pena di morte e sostituirla con pene minori. Il CFJ ha inoltre invitato la comunità internazionale e le Nazioni Unite a monitorare la situazione in Egitto, esercitando pressioni sulle autorità affinché interrompano le esecuzioni politiche e la continua perdita di vite umane, e forniscano riparazioni alle famiglie delle persone giustiziate a seguito di tali processi. (Fonte: CFJ, 27/06/2024)
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