IRAN - Esecuzioni compiute v. esecuzioni evitate
15 marzo 2024: 15/03/2024 - IRAN. Esecuzioni compiute v. esecuzioni evitate
282 compiute e 857 evitate
Iran Human Rights, all’interno del suo “Rapporto Annuale sulla Pena di Morte in Iran nel 2023” affronta il tema del “perdono”
Il 16° rapporto annuale sulla pena di morte di Iran Human Rights (IHR) e ECPM (vedi NtC 5 marzo 2024) fornisce, tra le altre cose, anche un approfondimento sul tema del movimento abolizionista in Iran, e all’interno di questo, dei reati “Qisas” (sostanzialmente gli omicidi) e la relativa possibilità, per i parenti delle vittime, di “perdonare”.
Come è noto, il concetto di “Qisas” deriva direttamente dal Corano, e in Occidente viene tradotto come “restituzione dello stesso tipo” oppure, più colloquialmente, "legge del taglione”. È prevista per una serie di reati, compreso l’omicidio. Questo fa sì che ogni omicidio, indipendentemente dal suo “grado”, ossia se sia stato volontario o meno, premeditato oppure d’impeto, viene punito con un altro omicidio: l’impiccagione.
Le condanne a morte “Qisas” per omicidio sono state conservate nel nuovo codice penale islamico iraniano (CPI). Il Codice penale iraniano non stabilisce specificamente che i condannati per omicidio sono soggetti alla pena di morte ma piuttosto a “qisas”.
Le condanne a morte “Qisas” sono applicate anche a quelli che secondo gli standard internazionali sono i minorenni. Per la Sharia infatti, l'età della responsabilità penale per le ragazze è 9 anni, e per i ragazzi 15. Inoltre, in Iran vige l’anno lunare, che è di 354 o 355 giorni, quindi in media 10 giorni più breve dell’anno solare. Chi ha 15 anni in Iran ha 14 anni e mezzo in Occidente.
Inoltre, in base al CPI, la pena di morte è generalmente soggetta ad un'applicazione discriminatoria basata su genere e religione.
Oltre alla non-uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, vengono riportati molti episodi di violazione delle norme sul giusto processo nei casi di qisas. L'uso della tortura per ottenere confessioni, e processi frettolosi senza dare tempo sufficiente alla difesa per condurre una valutazione indipendente delle prove sono frequenti.
FATTI SULLE ESECUZIONI QISAS NEL 2023
- 282 esecuzioni sono state eseguite per accuse di omicidio basate su leggi qisas (288 nel 2022 e 183 nel 2021)
- Si tratta del secondo numero più alto di esecuzioni qisas annuali dal 2010
- 58 esecuzioni qisas sono state annunciate da fonti ufficiali (20%)
- Sono stati giustiziati almeno 2 minorenni (di età inferiore ai 18 anni al momento del reato), uno dei quali aveva 17 anni al momento dell'esecuzione
- 15 delle persone giustiziate per omicidio erano donne (68% di tutte le esecuzioni di donne)
- 63 esecuzioni qisas sono state eseguite nelle carceri della provincia di Alborz
ESECUZIONI QISAS DAL 2010
Secondo i dati raccolti da Iran Human Rights, tra il 2010 e il 2023 sono state eseguite almeno 2.431 esecuzioni qisas. L'elenco seguente mostra l'andamento delle esecuzioni qisas in questo periodo.
22 nel 2010; 37 nel 2011; 18 nel 2012; 148 nel 2013; 240 nel 2014; 207 nel 2015; 142 nel 2016; 240 nel 2017; 188 nel 2018; 225 nel 2019; 211 nel 2020; 183 il 2011; 288 nel 2022 e 282 nel 2023.
Il numero di esecuzioni di qisas, relativamente basso tra il 2010 e il 2012, è aumentato drasticamente nel 2013 e da allora è rimasto a un livello elevato. Questo coincide con le crescenti critiche internazionali alle esecuzioni iraniane legate alla droga. Nel 2023, almeno 282 persone sono state sottoposte a esecuzioni qisas.
CHIUSURA DEL CARCERE DI RAJAI SHAHR (GOHARDASHT)
Precedentemente nota come prigione di Gohardasht, la prigione di Rajai Shahr non solo è stata il luogo di migliaia di esecuzioni politiche nel sanguinoso decennio degli anni '80 e successivamente, ma è stata specificamente la capitale del qisas negli ultimi otto anni. Nell'aprile 2023, il ministro della giustizia iraniano, Gholam-Hossein Mohseni-Eje'i, ha annunciato la chiusura della prigione, con l'inizio dell'evacuazione a luglio. Secondo fonti di IHR, "le autorità carcerarie hanno detto ai prigionieri che la prigione era stata venduta per 10.000 miliardi di toman (200 milioni di euro) senza nominare l'acquirente e che presto sarebbe stata evacuata". La chiusura fa parte degli sforzi intenzionali e sistematici delle autorità della Repubblica islamica per cancellare ogni traccia dei crimini commessi nella prigione durante i loro anni di potere, in particolare quello del massacro del 1988. La chiusura e la prevista demolizione sono avvenute dopo che un tribunale svedese ha condannato Hamid Noury all'ergastolo per il suo ruolo nel massacro dei prigionieri politici avvenuto nel 1988 nella prigione di Gohardasht, di cui Noury era il direttore. Le ultime esecuzioni nella prigione sono avvenute il 12 luglio 2023. Dopo la sua chiusura, la maggior parte dei prigionieri è stata trasferita nel carcere di Ghezelhesar e le esecuzioni per l'area di Teheran/Alborz sono state spostate nel penitenziario di Karaj e nel carcere di Ghezel-Hesar. Quest'ultima, di cui è prevista a breve la chiusura, è stata la prigione con il maggior numero di esecuzioni (85) nel 2023. Il maggior numero di esecuzioni qisas è stato effettuato nelle province di Alborz/Tehran nel 2023 (35 nel carcere di Ghezel-Hesar 21 nel carcere di Rajai Shahr, 7 nel penitenziario di Karaj).
IL MOVIMENTO per il PERDONO.
Secondo il codice penale iraniano, la famiglia della vittima può richiedere “qisas”, oppure può chiedere un risarcimento, detto “diya”, che letteralmente sarebbe “prezzo del sangue”. Come terza alternativa la famiglia della vittima può concedere il “perdono”.
Il ministero della giustizia ogni anno pubblica linnee guida indicative per il diya, basato sull'inflazione e su altre considerazioni, ma la famiglia della vittima può scegliere il proprio importo. Possono chiedere un importo inferiore o superiore a quello indicativo della magistratura, ma non è previsto un limite massimo. Gli importi indicativi del diya, che vengono stabiliti ogni marzo, sono stati fissati a 900 milioni di tomans (18.000 euro) per un uomo musulmano e a 450 milioni di tomans (9.000 euro) per una donna musulmana nel marzo 2022. L'importo stabilito dalle famiglie è solitamente più alto di quello indicativo e anche quest'ultimo è superiore a quello che la maggior parte delle famiglie può permettersi.
IHR stila un rapporto sul “perdono” dal 2015. Complessivamente, i rapporti di questi 9 anni mostrano che le famiglie di vittime di omicidio che hanno scelto il perdono o il risarcimento in denaro sono più numerose di quelle che hanno scelto la pena di morte.
Per semplicità, useremo il termine “perdono” indipendentemente dal fatto che ci sia stata una richiesta di denaro o meno.
Così come per le esecuzioni, anche per i “perdoni” non tutti i casi di perdono vengono annunciati dai media iraniani. Sulla base delle relazioni dei media iraniani e, in misura minore, attraverso la propria rete all'interno dell'Iran, IHR ha identificato i casi di perdono negli ultimi 9 anni:
262 nel 2015; 232 nel 2016; 221 nel 2017; 272 nel 2018; 374 nel 2019; 662 nel 2020; 705 nel 2021; 624 nel 2022 e 857 nel 2023.
Come si vede, la tendenza al perdono è in aumento.
Come nei sei anni precedenti, anche nel 2023 i casi di perdono hanno superato quelli di esecuzioni qisas. IHR stima che il numero di casi di perdono potrebbe essere diverse volte superiore ai numeri presentati in questo rapporto.
La tendenza all'aumento del perdono in Iran è correlata a un sondaggio condotto per Iran Human Rights e la World Coalition Against the Death Penalty (WCADP) nel settembre 2020, da cui è emerso che la maggioranza delle persone preferisce punizioni alternative alla pena di morte qisas per le vittime di omicidio. Le autorità iraniane affermano che il qisas è un diritto del querelante (la famiglia/il parente più prossimo della vittima) e che la maggior parte delle esecuzioni qisas avviene su richiesta del querelante. Tuttavia, alla domanda su quale fosse la punizione preferita in caso di omicidio di un parente stretto, solo il 21,5% degli intervistati ha scelto il qisas, mentre oltre il 50% ha preferito pene alternative come la reclusione.
DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA. Nel 2023, Iran Human Rights ha registrato casi di perdono in tutte le 31 province iraniane. In confronto, le condanne a morte per qisas sono state registrate in 26 province.
Il numero di esecuzioni qisas è stato superiore a quello dei perdoni solo in quattro province (Azerbaigian orientale (4-11), Kermanshah (10-14), Kohgiluyeh e Boyer Ahmad (5-6), Qom (1-2)), mentre il numero di perdoni è stato superiore a quello delle esecuzioni qisas nelle restanti province, tranne in una in cui erano uguali (Gilan (12-12)). Il numero di casi di perdono nel Khuzestan è stato circa 22 volte superiore a quello delle qisas.
https://iranhr.net/en/articles/6620/ (Fonte: IHR)
|