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IRAN - Armita Garavand (Courtesy of Iranintl) |
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IRAN - L’adolescente Armita Garavand è morta
28 ottobre 2023: 28/10/2023
IRAN
L’adolescente Armita Garavand è morta.
Armita Garavand (Geravand), una studentessa di 16 anni che ha subito un trauma cranico in uno scontro con la ‘polizia morale’, è stata dichiarato morta sabato 28 ottobre. Il 1° ottobre, Armita, una studentessa di liceo, è entrata in coma dopo essere stata fermata, secondo quanto riportato da fonti indipendenti, da una agente donna addetta alla sorveglianza ‘morale’ sui vagoni della metropolitana di Teheran. Come è noto la ’polizia morale’, un corpo paramilitare, vigila sull’osservanza delle leggi islamiche sulla “decenza” che i cittadini devono tenere in pubblico, in particolar modo su come si vestono le donne, e su come indossano lo hijab, ossia il foulard che deve coprire i capelli e parte del volto. Nonostante la pubblicazione di alcuni secondi di un video di sorveglianza della metropolitana, da cui non si capisce molto, manca una ricostruzione attendibile dei fatti, con le autorità iraniane che sostengono che la ragazza non sia stata affatto affrontata da una agente, ma abbia avuto uno svenimento per cause naturali, e svenendo avrebbe battuto la testa. Mancano testimonianza ufficiali sul fatto, e la ragazza non è stata ricoverata in un ospedale normale, ma in un ospedale militare, e quindi anche le fonti mediche sono molto scarse. Tutte le organizzazioni per i diritti umani che si occupano di Iran sono però concordi sul fatto che una agente donna ha spinta Armita che era appena entrata in un vagone, e che la ragazza sarebbe caduta, battendo la testa, a seguito di questa spinta. Pochi giorni dopo l’evento, la madre della ragazza era stata arrestata perché ‘insisteva a fare domande’. Attorno alla ragazza, da subito caduta in coma e mai operata perché, a quanto pare, i medici dell’ospedale Fajr di Teheran consideravano le sue condizioni troppo gravi, il governo ha steso un cordone di polizia, per impedire che fotografie o informazioni raggiungessero il pubblico. Già da qualche giorno i media filogovernativi avevano fatto circolare la notizia che la ragazza era considerata “cerebralmente morta”. In precedenza, Iran International aveva ricevuto informazioni secondo cui la famiglia di Armita Garavand aveva subito pressioni da parte delle autorità affinché in caso di morte trasferissero discretamente il suo corpo da Teheran a Jafar Abad, nella regione di Kermanshah, rivelando che questa disposizione era stata data personalmente del leader iraniano, Ali Khamenei. Dopo la morte di Mahsa Amini nel settembre 2022, il regime clericale iraniano teme una recrudescenza delle estese proteste anti-establishment e del movimento “Donne, Vita, Libertà” visti lo scorso anno. Le circostanze del caso di Garavand ricordano da vicino quelle della morte di Mahsa Amini l'anno scorso mentre era sotto la custodia della polizia morale. In entrambi i casi, il regime ha negato ogni addebito, ma ha fatto pressione sulle famiglie affinché si astenessero dal parlare ai media. La spiegazione del regime su cosa abbia causato la morte di questa adolescente è stata messa in discussione sui social media. Molti sottolineano che è stata "uccisa" da chi vigila sull’uso obbligatorio dello hijab, proprio come nel caso di Mahsa Amini, quando il governo ha cercato di offrire una spiegazione secondo cui aveva problemi di salute preesistenti, ma il pubblico non ci credeva. Le informazioni ottenute da Iran International avevano indicato che altri membri della famiglia e parenti di Armita Garavand erano stati minacciati e gli era stato vietato di discutere delle sue condizioni con i media. La famiglia Garavand e i suoi parenti temevano che gli agenti di sicurezza potessero aver installato dispositivi di intercettazione o telecamere all'interno delle loro residenze, facendoli sentire insicuri nelle proprie case. Inoltre, i suoi genitori dovevano firmare una dichiarazione in cui si impegnavano a non sporgere denuncia contro "nessun individuo, organizzazione o entità". La sua morte ha scatenato un’ondata di reazioni immediate da parte di attivisti, giornalisti e altri che si sono rivolti ai social media per protestare contro il regime e piangere la sua scomparsa. Behnam Gholipour, giornalista, ha scritto su X: "Il sistema politico che ha ucciso questa dolce ragazza è il portabandiera di Gaza". Anche il commentatore politico iraniano Sadegh Zibakalam ha espresso le sue condoglianze alla famiglia di Armita per la sua scomparsa, dicendo: "Spero che la sua morte induca il sistema a riconsiderare la sua posizione sullo hijab obbligatorio. Quanti Mahsa e giovani Armita devono essere sepolti prima che le autorità accettino che tu non si può costringere le persone a indossare lo hijab, o a toglierlo?" Nel primo anniversario della morte di Mahsa Amini, avvenuta a metà settembre, il parlamento iraniano ha approvato una severa "legge sullo hijab" che, se violata, può comportare dieci anni di reclusione. L'establishment teocratico iraniano impone alle donne di indossare lo hijab dal 1979, quando lo Scià laico fu rovesciato. Tuttavia, il movimento "Donne, Vita, Libertà" ha permesso a più donne di apparire senza velo in luoghi pubblici, inclusi centri commerciali, ristoranti e negozi. In risposta al ricovero di Armita Garavand, diverse importanti Ong internazionali, e di esuli iraniani, hnno chiesto alla comunità internazionale di sollecitare le autorità iraniane a consentire ad una delegazione internazionale indipendente, comprendente esperti delle Nazioni Unite, di indagare sull'incidente. Sul caso di Armita Garavand vedi anche Nessuno tocchi Caino 04/10/2023, 12/10/2023, 22/10/2023.
Teenage Iranian Girl Injured In Hijab Incident Dies In Hospital | Iran International (iranintl.com)
(Fonte: iranintl.com)
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