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INDIA: ANNULLATE TRE CONDANNE A MORTE IN UN CASO DI STUPRO E OMICIDIO

12 ottobre 2023:

L’Alta Corte di Calcutta il 6 ottobre 2023 ha annullato le condanne a morte di tre dei sei imputati riconosciuti colpevoli dello stupro di gruppo e omicidio di una ragazza di 20 anni, commessi nel 2013 nel distretto North 24 Parganas.
Il crimine scatenò proteste nel Bengala Occidentale, richiamando un caso simile di stupro di gruppo e omicidio avvenuto nel 2012 a Delhi, conosciuto come il caso di Nirbhaya.
Il collegio composto dal giudice Joymalya Bagchi e dal giudice Ajay Kumar Gupta ha commutato le condanne a morte di Saiful Ali e Ansar Ali in ergastolo, mentre Amin Ali è stato assolto.
La decisione dei giudici si fonda sulla mancanza di prove, ha detto il legale dei tre, Phiroze Edulji.
Nella sentenza, i giudici hanno affermato: “Siamo dell'opinione che il tribunale di primo grado abbia commesso un errore nel pronunciare la condanna a morte con riferimento alla sola gravità del reato. Lo Stato non è riuscito a dimostrare la cospirazione e la associazione premeditata oltre ogni ragionevole dubbio. Inoltre non ha fornito prove per confutare la possibilità di riforma e riabilitazione”.
I giudici hanno aggiunto: “D'altro canto, la condotta dei ricorrenti in carcere è soddisfacente e altri elementi non confutati dinanzi a questa corte danno luogo a una ragionevole convinzione che vi sia un'elevata possibilità di riforma e riabilitazione dei ricorrenti. L’ergastolo per il resto della vita naturale costituisce un’alternativa più umana, che risponde adeguatamente alle preoccupazioni sociali di recidiva”.
Altri tre detenuti - Sheikh Imanul Islam, Aminur Islam e Bhola Naskar - che erano stati condannati nello stesso caso a 10 anni di reclusione, sono stati liberati dall’alta corte dietro una cauzione di 10.000 rupie ciascuno, avendo già scontato il periodo dietro le sbarre, ha detto Edulji.
Tutte le condanne erano state pronunciate nel gennaio 2016 dal giudice distrettuale Sanchita Sarkar che aveva descritto il crimine avvenuto nel villaggio di Kamduni come rientrante nella categoria dei "più rari tra i rari".
Erano state le prime condanne a morte emesse in un caso di stupro nel Bengala Occidentale dopo la promulgazione, da parte dell’allora presidente indiano Pranab Mukherjee, dell’Ordinanza di Emendamento della Legge Penale 2013, introdotto dal governo centrale dopo il caso di Nirbhaya.
“È una sentenza storica. La corte ha annullato tutte e tre le condanne a morte e Amin Ali è stato assolto perché secondo i giudici non c'erano prove contro di lui", ha detto Edulji.
“Altri due imputati, Rafiqul Islam e Noor Ali, sono stati assolti nel 2016 dal tribunale di grado inferiore. Il governo statale ha contestato l’assoluzione, che è stata invece confermata dalla corte”, ha aggiunto Edulji.
Il 7 giugno 2013, la vittima, che era una studentessa universitaria del secondo anno, stava tornando a casa sua a Kamduni, circa 25 km a nord di Calcutta, dopo aver sostenuto degli esami.
La ragazza si stava allontanando dalla stazione ferroviaria, quando fu rapita e portata in una fattoria abbandonata.
Il suo corpo mutilato fu ritrovato dalla gente del posto la mattina successiva, secondo quanto riferito dalla polizia.
Il crimine innescò delle proteste popolari a Calcutta e nei distretti, con il governo guidato dal partito Trinamool Congress (TMC) che affidò il caso al Dipartimento investigativo criminale (CID).
Il CID arrestò nove persone, tra cui Rafiqul Islam e Noor Ali, che sono stati assolti per mancanza di prove e Gopal Naskar, che è morto durante il processo.
Dopo il crimine, due amici della vittima, Mousumi Koyal e Tumpa Koyal, sono diventati i volti di un movimento senza precedenti nella storia recente del Bengala.
Hanno portato i membri della famiglia della vittima a Delhi e hanno incontrato il Presidente per chiedere giustizia.
I cittadini sono scesi in piazza a Calcutta e nei distretti.
Un film bengalese basato sui crimini avvenuti a Kamduni è divenuto molto popolare.
Mousumi e Tumpa Koyal erano molto contrariati quando nel pomeriggio del 6 ottobre l’Alta Corte ha pronunciato la sentenza.
Mentre gli avvocati sollevavano interrogativi sulle accuse presentate dal CID, Mousumi Koyal ha affermato: “Il governo statale non è riuscito a garantire giustizia. Non lo accetteremo”.
"Faremo ricorso alla Corte Suprema contestando questa sentenza", ha detto il fratello della vittima.
Dura la reazione del Bharatiya Janata Party (BJP).
Il portavoce del BJP del Bengala, Samik Bhattacharya, ha dichiarato: “Il verdetto è estremamente deludente. La brutalità a Kamduni ha superato quanto osservato nel caso di Nirbhaya. La gente voleva la condanna capitale. Dopo che questi detenuti saranno rilasciati, i residenti di Kamduni vivranno nella paura. Le donne non si sentiranno mai sicure su quelle strade. L'indagine del CID aveva dei difetti. È stato fatto per proteggere gli imputati”.
Il segretario generale nello Stato del TMC, Kunal Ghosh, ha dichiarato: “Un partito politico non può commentare la decisione di un tribunale”.
Nessun rappresentante della polizia ha voluto parlare in merito alla sentenza.

(Fonte: Hindustan Times, 06/10/2023)

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