PAKISTAN: ALTA CORTE COMMUTA DUE CONDANNE CAPITALI IN UN CASO DI SEQUESTRO E OMICIDIO
10 maggio 2023: L'Alta corte della provincia pakistana di Sindh l'8 maggio 2023 ha commutato in ergastolo le condanne a morte di due uomini riconosciuti colpevoli in un caso di omicidio. Un tribunale antiterrorismo aveva condannato a morte Mohammad Qasier e Mohammad Sohail nel settembre dello scorso anno per il rapimento e l'omicidio del quindicenne Junaid, avvenuti nel marzo 2019. Entrambi i condannati, attraverso i loro avvocati, avevano contestato la decisione del tribunale di primo grado davanti all'Alta corte e dopo aver ascoltato entrambe le parti ed esaminato le prove, il collegio dell’Alta corte presieduto dal giudice K. K. Agha ha commutato le condanne a morte in ergastolo. Pur riconoscendo che l’accusa ha dimostrato la propria tesi, l’Alta corte ha osservato che si tratta di una tesi basata su prove indiziarie in quanto non c’è alcun testimone oculare né un testimone che abbia visto gli imputati insieme alla vittima. Ha inoltre osservato che entrambi i ricorrenti hanno registrato le loro confessioni davanti a un magistrato e che le confessioni risultano essere state rese volontariamente. Il collegio ha affermato che entrambi i ricorrenti hanno lavorato e vissuto insieme, vicini l'uno all'altro e hanno pianificato di rapire il ragazzo per chiedere un riscatto a suo padre. In seguito, lo avrebbero ucciso perché temevano che il ragazzo potesse identificarli se liberato. Per quanto riguarda i reati ai sensi della Legge Antiterrorismo, l’Alta corte ha osservato che non vi sono prove per dimostrare che il crimine sia stato commesso con un disegno, intenzione o scopo di creare terrore, ma piuttosto per estorcere denaro come riscatto, per cui le disposizioni della Legge Antiterrorismo non sono applicabili a questo caso. "Sebbene le prove suggeriscano che il motivo alla base del rapimento fosse quello di ottenere un riscatto in cambio della liberazione di Junaid, osserviamo che nessuna effettiva richiesta di riscatto è stata dimostrata dall'accusa attraverso prove visive o altre forme di prova, ad esempio registrazioni audio, per cui assolviamo i ricorrenti rispetto al reato previsto dalla sezione 365-A del Codice penale pakistano", ha stabilito la Corte. Per quanto riguarda la condanna, il collegio ha osservato che poiché il caso è basato su prove indiziarie e considerato il bisogno di mostrare maggiore cautela, la pena di morte viene ridotta all'ergastolo. Secondo l'accusa, la vittima scomparve l'11 marzo 2019 e il 6 aprile il suo cellulare fu attivato. La polizia ha rintracciato l'uomo, Waseem Nadir, che stava usando il telefono, il quale ha detto agli investigatori di aver acquistato il cellulare da un certo Sohail. La polizia arrestò allora Sohail e il suo complice Qaiser ed entrambi avrebbero confessato di aver rapito e ucciso il ragazzo. La polizia recuperò parti del corpo della vittima su indicazioni fornite dai due uomini. (Fonte: Dawn, 9 maggio 2023)
|