USA - Texas. La Corte d’Appello sospende l’esecuzione di Melissa Lucio
25 aprile 2022: La Corte d’Appello sospende l’esecuzione di Melissa Lucio, e ordina che la corte della Cameron County (la stessa che ha emesso la condanna a morte) riesamini il caso. Non si tratta di un annullamento della condanna a morte, ma di un provvedimento “intermedio”. Non è neanche un provvedimento di clemenza, visto che l’apposita Commissione ha deciso di non discutere il caso fino a quando non ci sarà un pronunciamento esplicito sulla validità della condanna. La presa di posizione della Corte d’Appello era stata in qualche misura prevista dal procuratore distrettuale della Cameron County, Luis Saenz, che il 14 aprile (vedi NtC in quella data), sollecitato dai giornalisti, aveva detto di ritenere che l’esecuzione sarebbe stata sospesa dalla Corte d’Appello, altrimenti, probabilmente, lo avrebbe fatto lui. Lucio, oggi 53 anni, nata in Texas da genitori messicani, è stata condannata a morte nel 2008 con l’accusa di aver maltrattato la più piccola delle sue figlie, Mariah Alvarez, di due anni, causandone la morte, avvenuta il 17 febbraio 2007. In sede di autopsia sul corpo della bambina furono trovati diversi lividi, e i segni di una precedente frattura ad un braccio. La Lucio, che al momento del fatto era incinta di due gemelli, venne accusata di maltrattamenti, e sottoposta a 5 ore di interrogatorio, nel corso del quale per circa 100 volte ripeté di non aver mai maltrattato nessuno dei suoi figli, e nemmeno Mariah. L’interrogatorio, videoregistrato, si concluse dopo che la donna, chiaramente esausta, riferendosi alla contestazione che qualcuno doveva pur essere responsabile dei vari lividi della bambina, pronunciò una frase ambigua “I guess I did it”, ossia “immagino che sia colpa mia”. Al processo questa dichiarazione venne “abbinata” alla testimonianza di un perito che si disse certo che quello fosse un caso di abuso. Lucio, i membri della sua famiglia e il suo team di legali hanno invece sempre sostenuto che la morte di Mariah fosse stata la conseguenza di una caduta dalle scale avvenuta due giorni prima, e che la famiglia, per povertà, aveva deciso di non portarla in ospedale per un controllo, confidando che dormendosi sopra sarebbe passato tutto. Due giorni dopo la caduta la bambina sarebbe stata trovata immobile nel suo letto, e solo a quel punto sarebbe stata chiamata un’ambulanza, dando il via agli avvenimenti che hanno poi portato alla condanna a morte della madre. Negli anni successivi i suoi avvocati, coordinati dalla importante associazione “The Innocence Project”, hanno fatto allegare al fascicolo nuove testimonianze di esperti che dichiarano che la morte è stata “molto più probabilmente accidentale che volontaria”. Gli esperti hanno riesaminato i dati dell’autopsia alla luce dei progressi fatti nel frattempo dalla scienza, ed hanno individuato in una malattia genetica di coagulazione della bambina la causa dei lividi pregressi, e anche l’andatura incerta che potrebbe averne causato la caduta dalle scale. La Corte dovrà ora valutare le 4 contestazioni dei difensori, ossia che lo stato per ottenerne la condanna ha utilizzato testimonianza false, che le nuove prove scientifiche minano la condanna, che lo stato ha commesso un " violazione Brady” nascondendo le prove favorevoli all’imputata, e che lei è innocente. Vanessa Potkin, dirigente di Innocence Project e uno degli avvocati della Lucio, ha scritto in una dichiarazione rilasciata dopo l'annuncio della sospensione: “La Corte d'Appello ha fatto la cosa giusta sospendendo l'esecuzione di Melissa. Le prove mediche mostrano che la morte di Mariah è stata coerente con un incidente. Se lo Stato non avesse fatto ricorso alla falsa testimonianza dei suoi esperti, nessun giurato avrebbe votato per condannare Melissa per omicidio capitale perché non si è verificato alcun omicidio. Avrebbe scioccato la coscienza della gente se Melissa fosse messa a morte sulla base di prove mediche false e incomplete per un crimine che non è mai nemmeno accaduto. Tutte le nuove prove della sua innocenza non sono mai state prese in considerazione da nessun tribunale. La sospensione del tribunale ci consente di continuare a combattere al fianco di Melissa per ribaltare la sua ingiusta condanna”. Nel 2019 Lucio aveva ottenuto dalla Corte d’Appello del 5° Circuito (federale) l’annullamento all’unanimità del verdetto di colpevolezza, ma nel 2021 la Corte d’appello federale aveva annullato l’annullamento. Così il 9 febbraio 2021 Nessuno tocchi Caino aveva riassunto il caso: “Continuando un modello senza precedenti di sentenze avverse ai detenuti del braccio della morte del Texas, la Corte d'appello del Quinto Circuito ha ripristinato il verdetto di colpevolezza e la condanna a morte di una madre condannata per aver ucciso la figlia di due anni in quella che, la difesa ha sostenuto, è stata in realtà una caduta accidentale. La corte d’appello federale, nella sua composizione standard (3 giudici), il 29 luglio 2019 (vedi) aveva annullato all’unanimità il verdetto di colpevolezza di Melissa Elizabeth Lucio. Lucio era stata condannata a morte il 9 luglio 2008 (vedi) con l’accusa di aver percosso a morte, il 17 febbraio 2007, la propria figlia di due anni, Mariah Alvarez. La donna, madre di altri 13 figli, durante un lunghissimo interrogatorio aveva ammesso di aver qualche volta “sculacciato” la bambina, ma mai di averla maltrattata, e che la morte della bambina era dovuta ad un incidente. Quando la polizia ha minacciato di arrestare il marito, Roberto Antonio Alvarez, la donna avrebbe detto “no, lui non c’entra niente, la responsabilità è mia”. La Corte aveva annullato non solo la condanna a morte ma anche il verdetto di colpevolezza perché alla difesa non era stato consentito di far testimoniare uno psicologo che avrebbe dovuto spiegare che il carattere remissivo della donna, maltrattata dal marito, la portava sempre a prendersi la responsabilità di qualsiasi cosa avvenisse in casa. La pubblica accusa si oppose, e la corte accettò l’opposizione, in base ad un sillogismo che la Corte d’Appello aveva bollato come “assolutamente illogico”, ossia che poiché la donna non aveva confessato di aver fatto intenzionalmente del male alla bambina, era inutile ascoltare lo psicologo che avrebbe dovuto spiegare i motivi di una confessione che non c’era stata. Inoltre la Corte d’appello aveva preso atto di una nuova perizia medica che dichiarava che le lesioni sulla bambina sarebbero più compatibili con una caduta dalle scale che con delle percosse. La pubblica accusa ha fatto ricorso, chiedendo che il caso venisse riesaminato dal plenum, che oggi, con un voto 10-7, ha annullato l’annullamento. La sentenza è motivata sostanzialmente con questioni procedurali riguardanti i termini con cui era stata aggiunta la testimonianza favorevole alla Lucio”. Sabrina Van Tassel, autrice del documentario “The State of Texas vs. Melissa”, ha detto alla stampa: “Questo è stato un eclatante errore giudiziario. Ma sono così felice che il mio film abbia contribuito a far luce su questo caso vergognoso. Questo caso rappresenta davvero tutto ciò che potrebbe essere andato storto in un caso. E se questa è la giustizia nel nostro paese, è molto spaventoso”. La Van Tassel ha notato che non è stata fissata una data per un nuovo processo, e pensa che ci siano poche possibilità che Lucio venga rilasciata in attesa di quel processo. Ritiene anche molto improbabile che le accuse contro di lei vengano ritirate. Sul caso Lucio vedi anche NtC iin data 09/07/2008, 29/07/2019, 09/02/2021, 29/03/2022, 28/03/2022, 11/04/2022, 14/04/2022.
Melissa Lucio granted temporary stay of execution, but no clemency - World Socialist Web Site (wsws.org)
(Fonte: wsws.org, 25/04/2022)
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