MOZIONE GENERALE DEL IX CONGRESSO DI NESSUNO TOCCHI CAINO
19 dicembre 2021: Il IX Congresso di Nessuno tocchi Caino-Spes contra spem, tenuto nella Casa di Reclusione di Opera (Milano) il 17 e 18 dicembre 2021,
Sostiene l’azione nonviolenta di Rita Bernardini, condotta insieme a centinaia di detenuti, a partire dalle donne recluse nel Carcere Le Vallette di Torino, volta all’approvazione da parte del Parlamento e del Governo di misure sempre più necessarie e urgenti per far fronte alle condizioni inumane e degradanti in cui versano le carceri del nostro Paese. L’obiettivo più immediato dello sciopero della fame è quello di ridurre la popolazione detenuta per portarla al numero di posti effettivamente disponibili nei 189 istituti penitenziari. In particolare, si chiede l’approvazione della proposta di legge presentata dall’On. Roberto Giachetti sulla liberazione anticipata speciale che aggiunge allo sconto di pena già previsto ogni semestre (45 giorni) altri 30 giorni, per arrivare così a 75 giorni per tutti i detenuti.
Saluta con soddisfazione la Ordinanza 97/2021 della Corte Costituzionale italiana che considera l’ergastolo ostativo contrario alla Costituzione italiana e alla Convenzione europea sui diritti dell’uomo. Tale decisione, che si pone nel solco tracciato prima dalla Corte europea con la sentenza Viola contro Italia e poi dalla stessa Corte Costituzionale con la sentenza Cannizzaro-Pavone, stabilisce la fine della collaborazione con la giustizia come unico criterio per valutare il ravvedimento del condannato e ribadisce dunque l’incostituzionalità delle preclusioni assolute e degli sbarramenti automatici che, negli ultimi trent’anni, il regime italiano dell’antimafia ha disseminato nel percorso di reinserimento sociale delle persone condannate. A tal proposito, considera nettamente contrarie allo spirito e alla lettera della Ordinanza della Corte le soluzioni fin qui emerse nel dibattito parlamentare sulla riforma del regime di cui all’art. 4 bis dell’ordinamento penitenziario, a partire dalla proposizione ‘more solito’ dell’armamentario terribile di leggi speciali e misure di emergenza, di pene senza fine e regimi penitenziari mortiferi.
Per questo, impegna gli organi dirigenti a prendere iniziative anche di ricorso alle alte giurisdizioni nazionali e sovranazionali, quali la Corte Costituzionale e la Corte EDU, oltre che agli organismi sovranazionali di monitoraggio, come il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa e il Comitato Diritti Umani delle Nazioni Unite, per superare norme e regimi speciali quali: l’art. 4-bis dell’ordinamento penitenziario, le misure di sicurezza personali per i soggetti imputabili e le misure di sicurezza detentive nelle cosiddette “case lavoro” o nelle colonie agricole; l’uso dell’isolamento – dal 41-bis all’isolamento diurno – così come esso è inteso dalla stessa Assemblea Generale delle Nazioni Unite nelle Mandela Rules del 2015, cioè “la reclusione di un detenuto per 22 ore o più al giorno senza alcun significativo contatto umano”, per un tempo indefinito o per un tempo prolungato superiore a 15 giorni.
Ringrazia il Tribunale di Sorveglianza di Milano per l’opera compiuta con quella straordinaria ordinanza che ha disposto nel caso di Ambrogio Crespi il differimento della pena in attesa della grazia creando in tal modo un precedente giuridico che ora deve diventare legge per tutti coloro per i quali il carcere non solo è inutile, è anche dannoso, per i quali la pretesa punitiva e rieducativa dello stato è inesigibile e/o impossibile. Ringrazia inoltre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per aver temperato con il provvedimento di grazia gli effetti della condanna nei confronti di una persona non solo diversa da quella del reato imputatogli, ma anche estranea al delitto, e ringrazia altresì la Ministra della Giustizia Marta Cartabia per avere col suo parere, in questo come in altri successivi casi, raccomandato atti di clemenza quali esempi concreti di una giustizia che non punisce e separa ma riconcilia e ripara.
Impegna gli organi dirigenti a proseguire l’opera dei Laboratori Spes contra spem nelle sezioni di Alta Sicurezza di Opera, Parma, Rebibbia, Secondigliano e Voghera, accogliendo l’invito del Presidente del DAP Bernardo Petralia ad estenderli in altri istituti e, nel ringraziarlo per questo, ringrazia anche l’Ufficio Stampa della Ministra Marta Cartabia per aver condiviso la proposta di Nessuno tocchi Caino di videoregistrare i Laboratori.
Impegna gli organi dirigenti a continuare e a rafforzare le iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica – a partire dalla promozione del libro “Quando prevenire è peggio che punire”, curato da Pietro Cavallotti, Lorenzo Ceva Valla e Miriam Romeo e pubblicato da Nessuno tocchi Caino e da Il Riformista – e di ricorso alle alte giurisdizioni nazionali e sovranazionali, volte a superare il sistema delle informazioni interdittive, delle misure di prevenzione antimafia e delle procedure di scioglimento dei comuni per mafia.
Impegna gli organi dirigenti a proseguire nella battaglia contro la pena di morte nel mondo, divenuta ormai una pratica anacronistica, fuori dal tempo e fuori dal mondo e, a tal fine, intensificare l’azione di sensibilizzazione e di pressione, a partire dall’Africa, volta ad assicurare nuovi sostegni alla Risoluzione pro-moratoria che sarà presentata all’Assemblea generale del 2022.
Ribadisce la necessità di superare, dopo la pena di morte e la pena fino alla morte, anche la morte per pena e lo stesso istituto della pena, il carcere, che è diventato ormai un luogo strutturalmente di tortura e patimenti, di afflizione e trattamenti inumani e degradanti, un “campo di concentramento” di tutto ciò che nel corso della storia abbiamo abolito perché contrario al senso di umanità: dalla tortura alla pena di morte, dai lazzaretti ai manicomi.
A tal fine, impegna gli organi dirigenti a preparare e presentare al prossimo Congresso di Nessuno tocchi Caino-Spes contra spem una modifica complessiva dello Statuto dell’Associazione che nelle sue finalità preveda iniziative e obiettivi per i quali si sta già operando volti ad affermare l’alternativa, come concepita da Gustav Radbruch e più volte richiamata da Aldo Moro, “non tanto di un diritto penale migliore, ma di qualcosa di meglio del diritto penale”, non tanto di pene alternative, ma di alternative alla pena, quali sono quelle – già in atto e che vanno rafforzate – delle pratiche di riconciliazione e di riparazione, delle opere volontarie di pubblica utilità e di ogni altra forma di inclusione e reinserimento sociali.
Auspica il pieno successo della stagione referendaria che si aprirà nella prossima primavera sui temi cruciali, storicamente radicali, della giustizia, della legalizzazione delle droghe leggere e dell’eutanasia.
Prende atto con soddisfazione del ritmo crescente delle iscrizioni all’associazione registrato di anno in anno negli ultimi tre anni e, a fronte degli impegni e degli obiettivi ambiziosi stabiliti in questa mozione, chiede a tutti e a ciascuno di mobilitarsi, nei due anni che precedono il X Congresso, in una campagna straordinaria di raccolta fondi e iscrizioni a Nessuno tocchi Caino.
La mozione generale è stata approvata all’unanimità.
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