MYANMAR: 65 CONDANNATI A MORTE DAI TRIBUNALI DELLA GIUNTA MILITARE
21 luglio 2021: I tribunali militari della giunta birmana hanno condannato a morte 65 persone con processi iniqui successivi al golpe del 1° febbraio 2021, ha dichiarato Human Rights Watch il 21 luglio 2021. Media statali e gruppi locali hanno riferito che 26 dei condannati a morte sono attualmente detenuti, mentre 39 sono stati condannati in contumacia. I tribunali militari hanno emesso le condanne capitali nelle aree di Yangon dove la giunta ha introdotto la legge marziale a marzo. Nell'imporre la legge marziale, la giunta ha trasferito tutto il potere esecutivo e giudiziario al capo del relativo comando militare regionale e ha istituito la pena di morte come possibile punizione per 23 reati. Il 14 e 15 marzo, la giunta del Consiglio di Amministrazione dello Stato (SAC) ha dichiarato la legge marziale in 11 township di Yangon e Mandalay, dopo un fine settimana in cui le forze di sicurezza hanno ucciso circa 120 persone durante le proteste anti-golpe. Al comandante di Yangon, il maggiore generale Nyunt Win Swe, è stata attribuita la supervisione di tutti i poteri amministrativi e giudiziari nelle township designate di Yangon. La legge marziale stabilisce 23 categorie di crimini da imputare nei tribunali militari delle township designate, tutti punibili con la pena capitale. Tra i reati designati, diversi sono stati messi in atto dalla giunta dopo il golpe. La maggior parte non sono reati capitali nei tribunali ordinari. Le 65 condanne a morte sono state emesse per omicidio ai sensi delle sezioni 302, 396 e 397 del Codice penale. La legge marziale stabilisce che il presidente della SAC, Sr. Generale Min Aung Hlaing, approvi tutti gli ordini di esecuzione. Stabilisce inoltre che "non c'è appello per decisioni o condanne emesse" da un tribunale militare. L'unica possibilità per i condannati a morte è quella di rivolgersi al presidente della SAC entro 15 giorni dalla condanna chiedendo la revoca della decisione. Min Aung Hlaing ha il potere di annullare la decisione, modificare la sentenza in una pena minore o approvare la condanna. Le domande possono essere presentate solo attraverso funzionari della prigione, non attraverso gli avvocati, ha riferito Radio Free Asia. (Fonti: Human Rights Watch, 21/07/2021)
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