IRAN - Saleh Shariati, minorenne condannato a morte, assolto in appello.
23 maggio 2021: Saleh Shariati, minorenne condannato a morte, assolto in appello. Un (per fortuna raro) caso di “qassameh”. Secondo Iran Human Rights, nell'aprile 2012, Saleh aveva circa 16 anni quando andò ad aiutare suo padre in una fattoria a Bushehr per lavori stagionali. Era in piedi vicino a un pozzo quando un altro operaio vi cadde dentro, e morì. Dopo aver trascorso 8 anni nel braccio della morte nella prigione centrale di Shiraz, è stato assolto dalla Sezione 39 della Corte Suprema. Confermando la notizia, il suo avvocato Abdolrasoul Jahankhah ha detto a IHR: "La Corte Suprema ha riscontrato violazioni nel caso che sono state rettificate e, infine, dopo aver verificato le deposizioni dei testimoni, la Sezione 39 della Corte ha emesso l'assoluzione". Dopo l’arresto Saleh Shariati non aveva potuto contattare la sua famiglia, ed è stato interrogato senza la presenza di un avvocato. Suo padre ha detto che le ferite causate dalla tortura erano ancora evidenti sul corpo di suo figlio durante la sua prima visita e che aveva perso molto peso. Lo stesso Saleh aveva dichiarato di essere stato costretto a fare confessioni autoincriminanti. Saleh era stato condannato nonostante tre testimoni oculari avessero testimoniato che l'operaio era caduto nel pozzo mentre si lavava i capelli. Il codice iraniani però prevede la procedura di “Qassameh”. Qassameh si basa sul giuramento sul Corano di 50 persone in casi di "omicidio premeditato" e 25 persone in casi di "omicidio quasi premeditato" e viene attuata quando il giudice decide che non ci sono prove sufficienti a dimostrare la colpevolezza di un imputato, imputato che però, secondo il giudice, è molto probabilmente colpevole. Va notato che le persone che giurano nelle cerimonie di qassameh di solito non sono testimoni diretti del reato. L'Iran è uno dei pochi paesi al mondo che ancora applica la pena di morte ai minorenni. Il Patto internazionale sui diritti civili e politici e la Convenzione sui diritti dell'infanzia, di cui la Repubblica islamica è firmataria, vietano l'emissione e l'attuazione della pena di morte per crimini commessi da persone di età inferiore ai 18 anni. Tuttavia, secondo i dati raccolti da IHR e dalle organizzazioni internazionali per i diritti umani, la Repubblica islamica è responsabile di oltre il 70% di tutte le esecuzioni di minori negli ultimi 30 anni. Le statistiche di IHR mostrano anche che almeno 63 minorenni sono stati giustiziati in Iran negli ultimi 10 anni, con almeno quattro giustiziati nel 2020.
https://iranhr.net/en/articles/4752/ (Fonte: IHR)
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