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Il presidente filippino Rodrigo Duterte |
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FILIPPINE: DUTERTE SPINGE PER LA REINTRODUZIONE DELLA PENA DI MORTE
27 luglio 2020: Il presidente filippino Rodrigo Duterte ha dichiarato il 27 luglio 2020 che i responsabili di crimini di droga dovrebbero essere giustiziati mediante iniezione letale, in una nuova spinta verso la reintroduzione della pena di morte nel Paese. In un lungo discorso sullo Stato della Nazione, Duterte ha anche ammesso che la risposta del governo all'epidemia di coronavirus sia stata "lungi dall'essere perfetta", poiché il numero di positivi è salito a oltre 82.000, con quasi 2.000 decessi. Duterte avrebbe dovuto usare il discorso annuale ai legislatori per definire una tabella di marcia per la ripresa, dopo la perdita di milioni di posti di lavoro durante più di quattro mesi di lockdown a livello nazionale, tuttavia ha fornito pochi dettagli. Invece, ha colto l'occasione per spingere ancora una volta il Congresso, che è dominato dai suoi alleati, affinché ripristini la pena di morte, nell’ambito del duro programma anti-crimine che lo ha aiutato a essere eletto nel 2016. Poche settimane fa Duterte ha firmato una legge antiterrorismo che secondo critici e difensori dei diritti potrebbe essere usata per colpire gli oppositori del governo. "Ribadisco (la necessità di) una rapida approvazione di una legge che reintroduca la pena di morte mediante iniezione letale per i crimini specificati nel Comprehensive Dangerous (Drugs) Act del 2002", ha detto Duterte a un pubblico drasticamente ridotto di legislatori, che indossavano mascherine ed erano distanziati come misura anti-virus. Il Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha chiesto il mese scorso un'indagine indipendente sulla “guerra alla droga” scatenata da Duterte nelle Filippine, con omicidi diffusi e sistematici e con la "quasi impunità" degli autori. (Fonti: AFP, 27/07/2020)
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