La Corte
ha detto che la condizione di Ali non è permanente e varia in base al
"livello di stress".
Respingendo la richiesta di grazia di Ali basata sulla
malattia mentale, la Corte
ha citato la sentenza della Corte Suprema Indiana nel caso Bhishan Gupta vs
Unione indiana del 1977. In
questo caso la madre del detenuto aveva sostenuto che il figlio non dovesse
essere giustiziato perché "alienato" e affetto da schizofrenia. La Corte aveva respinto la sua
richiesta e dichiarato che il condannato non soffrisse di follia, né durante il
suo processo, né al momento del reato.
Ali, 50 anni, potrebbe essere giustiziato il 26 ottobre, nonostante le forti
critiche al verdetto, secondo The Independent.
Reprieve, organizzazione con sede nel Regno Unito, ha
dichiarato, "E' scandaloso che la
Corte suprema del Pakistan sostenga che la schizofrenia non
sia una malattia mentale, contraddicendo le conoscenze mediche accettate,
comprese le leggi pakistane sulla salute mentale". Il direttore della ONG
ha invitato il presidente del Paese ad intervenire con urgenza per fermare "questo
ripugnante tentativo di impiccare" Ali.
L’Ufficio diritti umani delle Nazioni Unite ha chiesto al governo di Nawaz
Sharif di fermare l'esecuzione e di avviare un nuovo processo "in
conformità con gli standard internazionali". "Imporre la pena
capitale ad individui con disabilità psico-sociali costituisce una violazione
delle garanzie sulla pena di morte", ha detto l'Ufficio dell'Alto
Commissario per i Diritti Umani. (Fonti: scroll.in, 21/10/2016)