BANGLADESH: CORTE SUPREMA CONFERMA CONDANNA A MORTE DI UN LEADER DEL JAMAAT
8 marzo 2016: la Corte Suprema del Bangladesh ha confermato la condanna a morte di uno dei principali leader del partito Jamaat-e-Islami, Mir Quasem Ali, per crimini di guerra commessi durante la guerra del 1971 per l'indipendenza dal Pakistan, compresi omicidi e torture.
Il tribunale per crimini di guerra istituito nel 2010 ha scatenato nel Paese violenze e attirato le critiche di politici dell'opposizione, tra cui i leader del Jamaat-e-Islami, secondo cui il tribunale colpisce gli avversari politici del primo ministro Sheikh Hasina.
Quattro politici dell'opposizione, tra cui tre dirigenti del Jamaat-e-Islami, sono stati condannati dal tribunale e giustiziati dalla fine del 2013.
Mir Quasem, 63 anni, è un membro del comitato esecutivo centrale del Jamaat, il più grande partito islamista in Bangladesh, ed è uno dei suoi leader più potenti in quanto ritenuto il principale finanziatore del partito.
E’ anche un importante uomo d'affari in Bangladesh e guida imprese che vanno dalla stampa e media elettronici agli ospedali.
Circa 3 milioni di persone furono uccise, secondo i dati ufficiali, e migliaia di donne violentate, durante la guerra di indipendenza, in cui alcune fazioni, tra cui il Jamaat-e-Islami, si opposero alla separazione da quello che veniva chiamato Pakistan Occidentale.
Il partito nega che i suoi leader abbiano commesso atrocità.
Mir Quasem si nascose dopo che le forze di occupazione pakistane e i loro alleati locali si arresero il 16 dicembre 1971 e riapparve anni dopo come leader del Jamaat-e-Islami.
E' stato arrestato il 17 giugno 2012 e condannato a morte per crimini di guerra il 2 novembre 2014. (Fonti: Reuters, 08/03/2016)
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