ARABIA SAUDITA: CONFERMATA DALLA CORTE SUPREMA LA CONDANNA A MORTE DEL RELIGIOSO SCIITA AL-NIMR
25 ottobre 2015: la Corte Suprema dell’Arabia Saudita ha respinto un ricorso contro la condanna a morte emessa quest'anno nei confronti del religioso sciita Sheikh Nimr al-Nimr, che aveva sostenuto le dimostrazioni a favore di elezioni e il cui arresto nel 2012 provocò proteste che causarono tre morti.
Il fratello di Nimr, Mohammed al-Nimr, ha dichiarato alla Reuters che la sentenza è stata confermata dopo alcune udienze che hanno avuto luogo senza dare alcun preavviso ai suoi avvocati e ai familiari. La sua vita ora dipende dalla possibilità di un perdono da parte di Re Salman.
Nimr e altri sei sciiti sauditi, tra cui suo nipote, figlio di Mohammed al-Nimr, Ali, sono stati condannati a morte e all’esposizione pubblica dei corpi, la pena più dura a disposizione dei giudici nel Regno a maggioranza sunnita.
"Non vogliamo che succeda qualcosa a lui o ad Ali e agli altri giovani", ha detto Mohammed al-Nimr. Gli analisti politici che seguono la politica degli sciiti sauditi hanno avvertito che potrebbero esplodere proteste diffuse se le condanne venissero eseguite.
Più di 20 sciiti sono stati uccisi nelle proteste tra il 2011 e il 2013, nel distretto sciita di Qatif, contro la discriminazione confessionale, il ruolo svolto da Riad nel porre fine alle manifestazioni di piazza in Bahrain e il destino di residenti locali precedentemente imprigionati.
Tre persone furono uccise nelle proteste avvenute due giorni dopo l'arresto di Nimr, oltre all’uccisione di un poliziotto. Le morti sono state tutte ufficialmente presentate come dovute a scontri a fuoco o ad attacchi con molotov contro la polizia, tuttavia per gli attivisti locali si sono verificate durante proteste pacifiche.
Nimr è da tempo considerato il leader sciita più acceso a Qatif, determinato nel criticare pubblicamente la famiglia regnante Al Saud e nella richiesta esplicita di elezioni. E’ stato attento a evitare di incitare alla violenza, hanno detto gli analisti.
Il Ministero degli Interni saudita lo ha accusato di essere dietro agli attacchi contro la polizia insieme ad un gruppo di altri sospetti, al servizio del principale rivale regionale del Regno, l'Iran sciita.
La magistratura del Regno è composta da religiosi provenienti dalla rigida scuola sunnita wahhabita, che considera lo sciismo come eretico e permette ai giudici ampie possibilità di interpretare la legge islamica e di emettere sentenze come meglio credono.
L'Arabia Saudita si è lamentata attraverso la sua ambasciata a Londra in relazione alle accuse mosse dai media occidentali secondo cui la condanna di Ali al-Nimr ha motivazioni politiche.
La scorsa settimana il primo ministro britannico David Cameron ha detto di non aspettarsi l’esecuzione di Ali al-Nimr. (Fonti: Reuters, 25/10/2015)
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