TUNISIA: PARLAMENTO RAFFORZA PENA DI MORTE PER TERRORISMO
23 luglio 2015: il parlamento della Tunisia ha approvato l’imposizione della pena di morte per reati "terroristici", nonostante l'opposizione dei gruppi per i diritti umani e una moratoria di fatto sulle esecuzioni che nel Paese dura da un quarto di secolo.
I legislatori hanno votato durante il secondo dei tre giorni di dibattito su un disegno di legge volto a rafforzare i poteri per affrontare la minaccia jihadista, in seguito ai recenti attacchi mortali rivendicati dall’ISIS.
Il Presidente Beji Caid Essebsi ha imposto lo stato di emergenza dopo che uno studente il mese scorso ha aperto il fuoco in una località balneare provocando la morte di 38 turisti stranieri, la maggior parte di loro cittadini britannici.
Questa strage è avvenuta sulla scia di un’altra a marzo in cui uomini armati hanno attaccato il museo nazionale della Tunisia, uccidendo 21 stranieri e un poliziotto.
I legislatori hanno votato in massa a favore dei tre articoli che impongono la pena di morte.
L’articolo 26 si applica a chiunque "consapevolmente uccide qualcuno che beneficia della protezione internazionale", in riferimento a persone come diplomatici e funzionari internazionali.
L’articolo successivo si applica ai casi in cui persone muoiono mentre sono tenute in ostaggio o in circostanze di sequestro, mentre l'articolo 28 si riferisce a persone che commettono stupri nel corso di un crimine di terrorismo.
Sana Mersni, un parlamentare del partito islamista Ennahda, ha osservato ironicamente che la pena di morte non scoraggerà "terroristi che cercano la morte al fine di andare in paradiso".
La pena di morte esiste già nel diritto tunisino, per crimini come l'omicidio e lo stupro, ma nessuno è stato impiccato nel Paese dal 1991.
Tra le altre cose, il disegno di legge renderà più facile per gli investigatori utilizzare intercettazioni telefoniche contro sospetti, oltre a rendere punibili con il carcere manifestazioni pubbliche di sostegno al terrorismo.
I critici dicono che il disegno di legge permetterà alle autorità di detenere sospetti per 15 giorni senza accesso a un avvocato o senza essere portati davanti a un giudice, così come introdurrà restrizioni severe per i giornalisti.
Ammar Amroussia del Fronte Popolare, formazione di sinistra, ha dichiarato: "temiamo che la lotta contro il terrorismo venga trasformata in lotta contro i movimenti sociali e popolari."
Labiadh Salem, un indipendente, è stato ancora più netto:
"Questa legge non limiterà il fenomeno del terrorismo, questa legge alimenterà il terrorismo" dal momento che "non fa distinzione tra movimenti e manifestanti sociali e atti terroristici". (Fonti: Agence France Presse, 23/07/2015)
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