|
|
Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi |
|
EGITTO: PRESIDENTE AL-SISI FIRMA LEGGE ANTI-TERRORISMO
24 febbraio 2015: il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha firmato ufficialmente la controversa legge anti-terrorismo, che conferisce al governo ulteriori poteri con cui reprimere il dissenso.
La legge, che i critici dicono dare alle autorità carta bianca per soffocare ogni forma di dissenso, ha attirato pesanti condanne da parte di organizzazioni legali egiziane e organismi per i diritti umani.
La legge è stata inizialmente redatta nel 2014 e inviata al presidente ad interim Adly Mansour per essere approvata nel mese di aprile. Sisi ha vinto le elezioni presidenziali del mese successivo, e nel mese di novembre il gabinetto ha ratificato la legge.
Il passo finale per trasformare la legge in un decreto ufficiale richiedeva l'approvazione del comitato consultivo giuridico, che l'ha approvata quest'anno, per poi essere firmata dal Presidente.
Le autorità hanno a lungo sostenuto che la legge fosse necessaria per combattere il terrorismo e mantenere la sicurezza pubblica.
Tuttavia per i critici la legge si spinge troppo lontano. Dopo la pubblicazione della prima bozza, il vice direttore di Amnesty International per Medio Oriente e Nord Africa, Hassiba Hadi Sahraoui, ha dichiarato: "Questo progetto di legge viola anche il diritto alla libera espressione, mina garanzie contro la tortura e la detenzione arbitraria, e amplia il campo di applicazione della pena di morte."
Mohamed Zaree, responsabile del programma presso l'Istituto per gli Studi sui Diritti Umani (CIHRS) del Cairo, ha detto al sito web di informazione Mada Masr che la legge è solo una copertura e che mira in realtà a mantenere lo status quo a scapito anche del pacifico dissenso da gruppi della società civile.
"E 'chiaro che lo scopo principale di questo progetto di legge nella sua forma attuale non è quello di combattere il terrorismo, ma piuttosto di limitare tali gruppi, movimenti e organizzazioni", ha detto. "Questa misura potrebbe facilmente essere usata per punire individui o organizzazioni che chiedono riforme costituzionali e giuridiche, anche con mezzi pacifici." (Fonti: middleeasteye.net, 25/02/2015)
|