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Il governatore del Colorado John Hickenlooper |
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COLORADO (USA): RIELETTO GOVERNATORE CONTRARIO ALLA PENA CAPITALE
10 novembre 2014: il governatore uscente John Hickenlooper, che durante la campagna elettorale aveva preso nettamente posizione contro la pena di morte, ha vinto le elezioni a governatore del 4 novembre 2014, e sarà di nuovo governatore per altri 4 anni. Con il 49,1 dei voti ha battuto il candidato repubblicano Bob Beauprez, che ha avuto il 46,2 dei consensi.
La percentuale di Hickenlooper è leggermente inferiore a quella con la quale era stato eletto nel 2010 (51,01) ma nella rielezione di quest’anno ha ottenuto più voti (976,993) che nel 2010 (912,005).
Il 22 maggio 2013 Hickenlooper aveva sospeso l’esecuzione “fino alla fine del suo mandato” di Nathan Dunlap, 39 anni, nero, condannato per 4 omicidi.
I difensori di Dunlap avevano chiesto al governatore di commutare la pena in ergastolo senza condizionale perché l’uomo sarebbe affetto da disordine bipolare, una patologia poco conosciuta all’epoca del processo.
Dunlap venne condannato a morte il 17 maggio 1996 con l’accusa di aver ucciso, nella notte del 14 dicembre 1993, 4 dipendenti di un fast-food dal quale era stato da poco licenziato.
Hickenlooper, 62 anni, Bianco, Democratico, in carica dal gennaio 2011, aveva detto di non aver deciso direttamente per la commutazione per via dei pareri molto negativi che aveva ricevuto nei colloqui con alcuni parenti delle vittime, e che la sospensione adottata lasciava libero il prossimo governatore, eventualmente, di ripristinare la procedura di esecuzione. Nell’ordine esecutivo emesso quel giorno, il governatore aveva scritto: “Mi domando se abbiamo la legittimità, come Stato, di togliere la vita a qualcuno”. Il 28 agosto 2014, in una intervista alla Cnn, Hickenlooper aveva ipotizzato di graziare Dunlap. Le domande dell’intervistatore della Cnn prendevano spunto proprio dalla imminente campagna elettorale, nel corso della quale il candidato repubblicano avrebbe potuto prendere posizione a favore della pena di morte.
Hickenlooper aveva risposto: “Se la campagna elettorale tratta la vita di un essere umano come un pallone, questo sicuramente si ritorcerebbe su chi lo fa, ma se comunque chi lo facesse vincesse le elezioni, allora ci sono delle soluzioni che un governatore può adottare. Prima di lasciare l’incarico potrei firmare un atto di clemenza per Dunlap. Voglio dire, ci sono diverse opzioni che potrei percorrere perché, lo ripeto, la politica non dovrebbe trattare la vita umana come un pallone.
In un’altra intervista pubblicata il 17 agosto, la giornalista Eli Stokols aveva ricordato ad Hickenlooper che nella compagna elettorale del 2010 aveva detto agli elettori che lui era favorevole alla pena di morte, ma poi nel maggio 2013 aveva bloccato l’esecuzione di Dunlap.
Hickenlooper aveva risposto: “All’epoca del processo credo che tutti nello stato volessimo la pena di morte per Dunlap, quello che aveva fatto era gravissimo. Ma poi ho avuto informazioni ulteriori: giustiziarlo costa 10 volte di più, forse 15, che non tenerlo in carcere a vita, e la pena di morte non ha nessun effetto deterrente. Non so lei, ma di fronte a fatti del genere io cambio opinione. Prima non sapevo tutte queste cose. La posizione degli Stati Uniti sulla pena di morte ha validi aspetti di legittimità, ma dobbiamo anche ricordare che nessuna nazione in Europa, in Sud America, o il Messico, o Israele, o l’Australia… sono tutte nazioni che non hanno più la pena di morte, ed hanno le loro buone ragioni”. Il Colorado, uno stato con 5 milioni di abitanti, ha, compreso Dunlap, solo 3 persone nel braccio della morte, tutte di colore. Il Colorado ha compiuto una sola esecuzione negli ultimi 46 anni: nel 1997 venne giustiziato Gary Lee Davis. (Fonti: Nessuno tocchi Caino, KRDO news, 10/11/2014)
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