KUWAIT: GIUSTIZIATI ALTRI DUE DETENUTI
18 giugno 2013: due egiziani sono stati messi a morte nella prigione centrale di Salibiya intorno alle 8 alla presenza del pubblico ministero e di altri funzionari giudiziari. E’ stato il secondo giro di impiccagioni in Kuwait dopo la fine della moratoria di fatto sull'uso della pena di morte decretata con le tre esecuzioni di aprile. Hajjaj Saadi, 37 anni, è stato impiccato per il rapimento e lo stupro di 17 bambini al di sotto dei 10 anni, ha detto la procura. Arrestato nel luglio 2007 mentre si preparava a imbarcarsi su un volo per Luxor in Egitto, era conosciuto dai media locali come "il mostro di Hawalli '' per il distretto vicino a Kuwait City dove sono stati commessi i crimini. Le autorità hanno detto che Saadi aveva confessato di aver violentato 17 bambini e bambine. Era stato condannato a morte in dieci casi distinti e all'ergastolo in altri tre casi. Le sentenze sono state confermate dalla Corte d'Appello e dalla Corte di Cassazione. Saadi, che poco prima della sua esecuzione si è lamentato del fatto che l'Egitto non gli ha dato alcun aiuto, ha negato i crimini e ha insistito che le sue confessioni erano state estorte con la forza. Nella stessa occasione, è stato impiccato un altro uomo egiziano, Ahmad Abdulsalam al-Baili, riconosciuto colpevole di aver ucciso nell’aprile 2008 una coppia asiatica appiccando il fuoco alla loro casa, ha detto l'accusa. In seguito ha tentato di uccidere allo stesso modo una coppia di egiziani, sopravvissuti nonostante le gravi ferite. Altri tre uomini nel braccio della morte erano previsti per l’impiccagione, che però è stata rinviata dopo che i familiari delle vittime gli hanno concesso il perdono.
Il 1° aprile, erano stati impiccati un pakistano, un saudita e un apolide, nella prima esecuzione in Kuwait dal maggio 2007, quando è stato messo a morte un trafficante di droga. Secondo i media locali, i detenuti rimasti nel braccio della morte sono ora 46. (Fonti: Gulf News, 18/06/2013)
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