IRAN: OPPOSITORI RISCHIANO CONDANNA CAPITALE
8 gennaio 2010: il procuratore di Teheran ha annunciato che cinque persone sono state rinviate a giudizio davanti al Tribunale rivoluzionario con l’accusa di Moharebeh (guerra contro Dio), rischiando pertanto la condanna a morte.
Riportato dall’agenzia ufficiale IRNA, il procuratore Abbas Jaafari Dolat Abadi ha affermato che questi individui erano membri dell'organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano (OMPI) e li ha accusati di avere "organizzato i crimini molto gravi durante il giorno dell'Ashura," e di avere “tentato infatti di minare la struttura (del regime) in questo giorno”. In questi ultimi mesi – fa sapere la Resistenza Iraniana - il regime dei mullah ha tentato di preparare il campo all'esecuzione dei manifestanti incarcerati, servendosi di simulacri di processi e di confessioni forzate. In seguito al sollevamento dell'Ashura, una serie di responsabili del regime hanno accusato gli insorti di essere dei Mohareb e perciò passibili della pena di morte.
Essere dei Mohareb porta a dover subire diverse punizioni che vanno dell'esilio, all'amputazione del braccio destro e della gamba sinistra o all'impiccagione.
La Resistenza iraniana fa un appello contro le uccisioni di detenuti protagonisti delle manifestazioni e dei prigionieri politici, rivolgendosi al Segretario Generale delle Nazioni Unite, al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite, all'Alto Commissariato per diritti dell'uomo e ad altre organizzazioni per la salvaguardia dei diritti umani.
La Resistenza chiede che si prendano misure urgenti per impedire l'esecuzione dei prigionieri politici. Il silenzio della comunità internazionale di fronte a questa ferocia – continua la Resistenza - ha lasciato le mani libere ai mullah per uccidere e soffocare coloro che aspirano ad un Iran libero. (Fonti: Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, 08/01/2010)
|