GIAPPONE. PRIMA CONDANNA A MORTE CON PROCEDURA SEMPLIFICATA
21 marzo 2006: il tribunale distrettuale di Kobe, in Giappone, ha condannato a morte il 65enne Mineteru Yamamoto per l’omicidio a scopo di rapina di una coppia, avvenuto nel 2004.
Si tratterebbe della prima condanna a morte emessa nel paese mediante le nuove procedure giudiziarie semplificate.
Il verdetto è giunto nella quarta sessione processuale, a circa due mesi di distanza dalla prima sessione, dopo che pubblici ministeri e avvocati difensori si erano incontrati a porte chiuse per restringere il campo dei punti da dibattere e per decidere sulle evidenze da utilizzare e sui testimoni da chiamare in causa, oltre che sulle modalità di svolgimento del processo.
Questa procedura, nella quale accusa e difesa rendono noto cosa intendono dimostrare e presentano l’una all’altra le proprie evidenze a porte chiuse, è stata introdotta nel novembre 2005 per velocizzare i processi, in vista dell’introduzione del sistema del “cittadino giudice”, prevista entro maggio 2009.
Nel caso in questione, il tribunale ha riconosciuto colpevole Yamamoto dell’omicidio di suo cugino Toshiteru Nakasuji, 68 anni, e della moglie di quest’ultimo, Hisako, di 75 anni, avvenuto nella loro abitazione di Kobe il 22 luglio 2004.
Yamamoto avrebbe poi rubato circa 50.000 yen in contanti, un orologio e altri valori.
Gli avvocati difensori hanno subito presentato appello all’Alta Corte di Osaka. (Fonti: The Japan Times, 21/03/2006)
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