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Il principe Mohammed bin Salman |
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ARABIA SAUDITA: ALMENO 172 ESECUZIONI NEL 2023
2 gennaio 2024: L’Arabia Saudita ha giustiziato almeno 172 persone nel 2023, nonostante le rinnovate promesse da parte del sovrano di fatto del Regno, il principe ereditario Mohammed bin Salman, di limitare l’uso della pena capitale. Da quando il principe ereditario e suo padre, re Salman, hanno assunto il potere nel 2015, l’Arabia Saudita ha giustiziato almeno 1.257 persone, con una media di 140 persone all’anno. I sette anni più sanguinosi della storia moderna del Regno si sono avuti sotto la loro guida e il tasso di esecuzioni è quasi raddoppiato. La Direttrice di Reprieve, Maya Foa, ha dichiarato: “È terrificante pensare che nell’Arabia Saudita di Mohammed bin Salman tutto proceda come al solito. Dietro i mega-investimenti nello sport e la facciata di riforma, il Regno rimane uno dei principali carnefici del mondo. Possedere i libri sbagliati, pubblicare un tweet critico, parlare con un giornalista o essere in disaccordo con il principe ereditario può comportare una condanna a morte. E mentre i leader mondiali si guardano le scarpe e accettano di credere alle bugie del regime, le uccisioni continuano senza sosta”. Il direttore legale dell’Organizzazione Saudita Europea per i Diritti Umani (ESOHR), Taha al-Hajji, ha dichiarato: “Il principe ereditario ha incolpato le ‘cattive leggi’ e i giudici scorretti per la continua crisi relativa alle esecuzioni in Arabia Saudita, ma nel Regno non si fa nulla senza la sua approvazione. Le sue infinite e vuote promesse di riforma sono contraddette dai fatti: è stato un altro anno di spargimento di sangue in Arabia Saudita. I manifestanti e i minori imputati restano a rischio imminente di esecuzione, con un colpo di penna del sovrano”. Il numero preciso delle esecuzioni in Arabia Saudita non può essere accertato. L'ESOHR monitora più fonti pubbliche sui dati riguardanti le esecuzioni. Nel 2022, le autorità hanno annunciato 147 esecuzioni, ma la Commissione saudita per i diritti umani ha successivamente confermato ad Amnesty International che erano state effettuate 196 esecuzioni: un record nella storia moderna del Regno. Ad esempio, nel gennaio 2023, l’ESOHR è stata informata delle esecuzioni di due cittadini yemeniti, avvenute il mese precedente, che non erano state riportate nei resoconti ufficiali. Inoltre, non c’è modo di sapere quante centinaia o addirittura migliaia di persone si trovino nel braccio della morte poiché il sistema della giustizia capitale del Regno è quasi del tutto opaco. Nel 2023 si è registrato un aumento significativo del numero di donne giustiziate: sei, di cui tre di nazionalità saudita, una yemenita, una ghanese e una del Bangladesh. Un altro dato da sottolineare è l’esecuzione di due cittadini sauditi condannati da tribunali militari: queste sentenze vengono raramente emesse in Arabia Saudita e non è possibile rintracciarle o conoscere i dettagli dei processi. Esperti legali delle Nazioni Unite avevano scritto alle autorità saudite riguardo a tre degli uomini che sono poi stati giustiziati, nel tentativo di impedirne l'esecuzione: i cittadini del Bahrein Sadiq Thamer e Jaafar Sultan, e Hussein abo al-Kheir, un tassista giordano costretto con torture a confessare reati di droga. Quest’ultimo caso era stato sollevato anche nei parlamenti del Regno Unito e dell’Unione Europea. (Fonte: Reprieve, 02/01/2024)
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