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Kenneth Smith
Kenneth Smith
VOGLIONO SOFFOCARE UN UOMO PER NON FARLO SOFFRIRE

10 dicembre 2023:

Valerio Fioravanti su L’Unità del 10 dicembre 2023

Il 30 novembre gli Stati Uniti hanno compiuto l’ultima esecuzione in calendario per quest’anno, la ventiquattresima.
Alla stessa data erano state emesse in tutta la federazione “solo” 21 nuove condanne a morte, e sembra che non ci siano processi aperti che possano portare a ulteriori condanne capitali entro il 31 dicembre. Ventuno condanne a morte in un anno, con una popolazione di 330 milioni di persone, non sono molte, e ci dicono che mentre alcuni governatori ancora credono che far uccidere i criminali sia un buon sistema per fare campagna elettorale, le giurie popolari, e addirittura i pubblici ministeri, stanno abbandonando la pratica. Fino a qui tutto bene, verrebbe da dire.
Qualcosa di grave potrebbe succedere l’anno che viene, il 25 gennaio.
Per quel giorno il governatore dell’Alabama – a proposito, tutte le 24 esecuzioni del 2023 sono state compiute in 5 stati del Sud, compresa l’Alabama – il Repubblicano Kay Ivey ha fatto mettere in calendario l’esecuzione di Kenneth Smith.
L’eventuale esecuzione di Smith, che Nessuno tocchi Caino ritiene potrebbe essere rinviata dall’intervento di qualche giudice, sarebbe grave per due motivi.
Il primo è che lo Stato dell’Alabama ha già provato a uccidere Smith la sera del 17 novembre 2022, fallendo a causa dell’imperizia del personale della prigione che dopo oltre un’ora di tentativi di inserire i due aghi dell’iniezione letale, aveva sospeso la procedura. Dopo una cosa così spaventosa, sarebbe giusto che lo Stato rinunciasse a proseguire. Invece no, e con una tenacia degna di miglior causa, visto che non si trova personale medico o paramedico disposto a collaborare, e anche la selezione tra i volontari del personale dell’amministrazione penitenziaria non dà buoni risultati, lo Stato ha deciso di rinunciare al sistema dell’iniezione di veleno, e ha fatto approvare una legge che prevede un sistema apparentemente più semplice: soffocare l’uomo.
“Ipossia da azoto” è il giro di parole, formalmente corretto ma un po’ ipocrita, con cui viene definito il nuovo protocollo di morte. Di fatto i condannati verranno uccisi privandoli completamente dell’ossigeno.
Lo si faceva già fino al 1999, quando nella camera a gas mettevano il cianuro. Il cianuro è un veleno che blocca l’ossigeno all’interno dell’emoglobina, e non lo fa arrivare alle cellule, e quindi il condannato moriva per totale mancanza di ossigeno nel cervello, e subito dopo nel cuore. Ma se l’idea è privare il condannato dell’ossigeno, qualsiasi altro gas potrebbe andare bene: il neon, l’elio, anche la semplice anidride carbonica, l’ozono, il vapore acqueo. Ovviamente andrebbero bene anche il fosgene e l’yprite, che si usavano durante la Prima guerra mondiale, o il Zyklon-B dei campi di sterminio della Seconda.
Con una procedura leggermente più lunga si potrebbe anche usare il semplice gelo, come si faceva nei gulag sovietici. Invece nella patria dell’alta tecnologia hanno pensato bene di utilizzare l’azoto.
In teoria l’azoto non è un vero e proprio veleno, è semplicemente un gas “inutile”, che non trasporta ossigeno, nemmeno una molecola, e se a un mammifero si fa respirare un 100% di azoto muore perché ha uno 0% di ossigeno, semplice.
L’Azoto è un gas diffusissimo, il più comune sulla Terra, ed essendo così diffuso ovviamente costa poco. Non esplode, e si trasporta facilmente. Si capisce come una soluzione del genere piaccia a chi deve elaborare procedure burocratiche per “far rispettare la legge”. L’azoto potrebbe essere un sistema non doloroso, forse. Ma anche un colpo di pistola alla tempia non è doloroso, nemmeno la ghigliottina lo era, e anche l’impiccagione se il corpo viene fatto cadere dall’alto non dà il tempo di sentire dolore. Anche la fucilazione potrebbe essere ripresa, magari usando i fucili da caccia all’elefante invece di quelli “normali” da caccia al daino.
Davvero tutto può essere ridotto al solo “non si sente dolore”? E siccome non si possono fare esperimenti su esseri umani, e siccome non è mai stato usato prima in nessuna parte del mondo, gli avvocati di Smith già stanno contestando che è “anticostituzionale” usare il loro cliente come cavia umana. Giusto. È quasi certo che il sistema non sarebbe doloroso, al massimo il condannato potrebbe tentare di trattenere il respiro, ma per quanto potrebbe riuscirci? Se fosse un campione di apnea potrebbe arrivare a 5 minuti, anche 6. Un criminale normale, ammesso che si alleni in cella, difficilmente supererebbe i 2 minuti. Poi, niente ossigeno, coma, e morte. Nessuno tocchi Caino sta attendendo il 25 gennaio con più preoccupazione del solito.

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