USA - Arizona. Barry Jones liberato dal braccio della morte dopo 29 anni
15 giugno 2023: (15/06/2023) - Barry Jones liberato dal braccio della morte dopo 29 anni. La condanna a morte commuta in 25 anni, che l’uomo ha già scontato. Il 15 giugno 2023 Barry Jones ha lasciato il carcere dopo aver scontato 29 anni. Jones, oggi 64 anni, bianco, era stato condannato a morte nella Pima County il 6 luglio 1995 con l’accusa di aver violentato e ucciso, il 1° maggio 1994, una bambina di 4 anni, Rachel Gray, figlia (da un’altra relazione, della sua convivente. Il rilascio di Jones è stato ordinato stamattina dal giudice Kyle Bryson della Pima County, il quale ha ratificato un accordo tra Jones e la pubblica accusa, accordo per il quale Jones si dichiara colpevole di ‘omicidio di secondo grado’, e in cambio la pubblica accusa rinuncia a fare ulteriori ricorsi contro di lui. La pubblica accusa ha infatti ammesso che ad una migliore verifica delle prove non era più in grado di sostenere che l’imputato avesse personalmente violentato la bambina, provocando l’emorragia interna che ne ha causato il decesso, ma non volendo dichiarare la completa innocenza dell’uomo lo ha imputato di “condotta sconsiderata”, nel senso che avrebbe tardato a portare la bambina al pronto soccorso, causandone così, seppure indirettamente, la morte. Come abbiamo detto, Jones era stato condannato a morte nel 1995. Aveva portato la bambina e la madre della bambina in ospedale, e qui la piccola era morta. I medici avevano segnalato alla polizia che alcune lesioni della bambina erano compatibili con la violenza sessuale, la quale, a cascata, avrebbe causato una emorragia che ha causato il decesso. Come spesso accade nei casi capitali, all’avvocato d’ufficio che lo stato affianca agli imputati durante il processo, negli anni successivi subentrano altri avvocati, specializzati nelle procedure d’appello. Questi avvocati hanno fatto riesaminare i referti medici, ottenendo convincenti ed autorevoli pareri che già con le conoscenze mediche dell’epoca del processo i dati potevano essere letti in un altro modo, e che anzi, ad una rilettura ponderata, l’ipotesi accusatoria era debole, ed era più verosimile la dichiarazione di estraneità ai fatti che aveva sempre fatto l’imputato. Prima un giudice federale, poi la corte d’appello federale (vedi rispettivamente NtC 31/07/2018 e 29/11/2019) avevano annullato il verdetto di colpevolezza utilizzando la formula della ‘inadeguata assistenza legale’, che è una formula ‘ombrello’ che copre molte possibili motivazioni in base al principio che prove deboli o mal formulate avrebbero dovute essere meglio contestate dall’avvocato difensore. Nel caso di Jones, le corti federali hanno riconosciuto che il processo si era basato in gran parte sulla testimonianza di due bambini di 8 anni, sulla testimonianza del medico legale rivelatasi in seguito inaffidabile, e su una accusa di stupro alla bambina che però era priva di riscontri scientifici. Inoltre né la polizia né i difensori avevano vagliato possibili piste alternative. I giudici federali avevano riconosciuto che già all’epoca la scienza era sufficientemente progredita per esaminare il caso, e già allora si poteva stabilire che le ferite repertate sul corpo della bambina verosimilmente potevano essere antecedenti al periodo in cui la bambina era rimasta sola con l’imputato, e che quindi l’emorragia interna che aveva causato la morte della bambina fosse dovuta a lesioni pregresse non collegabili, allo stato delle prove, ai giorni in cui l’imputato ha avuto al custodia della vittima. Contro questo annullamento aveva fatto ricorso la pubblica accusa, sostenendo che, secondo la procedura, la contestazione della validità delle prove andava presentata prima. Nel 2022 la Corte Suprema degli Stati Uniti, con la sentenza Shinn v. Ramirez, si era pronunciata 6-3 a favore della pubblica accusa, stabilendo che ‘tecnicamente’ non era compito dei giudici federali riesaminare le prove scientifiche. Occorre ricordare che nel sistema penale statunitense, i processi d’appello per un condannato a morte hanno un doppio binario: prima il condannato può presentare ricorsi, cosiddetti di Habeas Corpus (ossia inerenti alle prove), ai giudici del suo stato, e solo dopo aver esaurito questi ricorsi ‘statali’ può iniziare i ricorsi ‘federali’, in cui si possono sollevare problemi di procedura. Nonostante la decisione dell'alta corte, lo stato dell'Arizona è stato in grado di riconsiderare le nuove prove. Dopo la revisione, il procuratore generale ha convenuto che il verdetto di colpevolezza e la relativa condanna a morte di Jones avrebbero dovuto essere annullate, e il processo ripetuto. Un iter del genere avrebbe portato via molto tempo, soprattutto se la pubblica accusa avesse voluto intenzionalmente rallentarlo, e come spesso accade in questi casi, l’imputato ha preferito accettare un patteggiamento in cui si dichiara colpevole di un reato minore, ma almeno ottiene la scarcerazione immediata. Il fatto che si sia dichiarato colpevole, seppure di un reato minore, preclude all’imputato la possibilità di chiedere un risarcimento per l’ingiusta condanna a morte. In questo caso Jones si è dichiarato colpevole di omicidio di secondo grado in quanto aveva trascurato di portare Rachel Gray in ospedale la notte prima che morisse, nonostante avesse visto quanto stesse male a causa di una lesione mortale di origine sconosciuta, secondo quanto contenuto in un comunicato stampa del procuratore della Pima County. Il giudice Kyle Bryson ha spiegato i dettagli. "Dall'1 al 2 maggio 1994 circa, in circostanze che manifestavano estrema indifferenza per la vita umana, Barry Lee Jones si è avventatamente impegnato in una condotta che ha creato un grave rischio di morte per Rachel Gray, morte che poi è sopravvenuta. L’imputato ha gravemente ritardato, per negligenza o altri motivi, i soccorsi di Rachel Gray". "Il tribunale ha inflitto a Jones una condanna a 25 anni, riconoscendogli il tempo già scontato", si legge nell'ordinanza, aggiungendo che Jones "è ora idoneo per il rilascio dal carcere. Si ordina quindi che l’Amministrazione Penitenziaria lo rilasci immediatamente". Jones era in custodia presso l'Arizona State Prison Complex-Eyman a Florence. Negli ultimi anni Jones è stato assistito dai legali dell’Innocence Project
https://deathpenaltyinfo.org/news/barry-jones-freed-from-arizonas-death-row-after-29-years https://www.theguardian.com/us-news/2023/jun/17/arizona-man-freed-death-row-barry-jones https://eu.usatoday.com/story/news/nation/2023/06/16/arizona-death-row-inmate-barry-jones-freed-after-29-years/70329300007/ (Fonte: DPIC, 15/06/2023)
|