INDIA: CONDANNA A MORTE COMMUTATA PERCHÉ IL CRIMINE NON RIENTRA TRA ‘I PIÙ RARI TRA I RARI’
2 maggio 2023: La Corte Suprema indiana il 28 aprile 2023 ha commutato in ergastolo la condanna a morte di un uomo identificato come Digambar, che nel 2017 uccise sua sorella e il suo amante. La Corte Suprema ha affermato che, poiché il crimine commesso dall’imputato e da un suo amico non rientra tra i casi più rari tra i rari, la condanna a morte può essere commutata. Osservando che Digambar non ha precedenti penali, il collegio composto dai tre giudici B.R. Gavai, Vikram Nath e Sanjay Karol ha dichiarato: "... Digambar, che è stato condannato alla pena capitale, era un ragazzo di circa 25 anni all’epoca del reato. L’esame medico ha dimostrato che i due ricorrenti non hanno agito in modo brutale, in quanto vi è una sola ferita inferta ad entrambe le vittime. Per questa ragione riteniamo che il caso in esame non rientri nella categoria dei "più rari tra i rari". Un tribunale di primo grado nel 2019 aveva condannato a morte Digambar, mentre il suo co-imputato Mohan è stato punito con l'ergastolo. Nel 2021 l’Alta Corte di Bombay aveva confermato le condanne. Nel commutare la condanna a morte di Digambar, la Corte Suprema ha anche considerato rapporti dell'ufficio della procura e del sovrintendente della prigione centrale di Nashik Road, che definiscono Digambar ben educato, disponibile ad aiutare e dotato di capacità di leadership. "Non è una persona con mentalità criminale e non ha precedenti penali", ha detto il collegio dei giudici. I giudici hanno comunque confermato la colpevolezza di Digambar e Mohan ai sensi delle sezioni 201 (punizione per aver causato la scomparsa di prove di un reato), sezione 302 (punizione per omicidio) e sezione 120B (punizione per associazione a delinquere) del Codice penale indiano (IPC). Per quanto riguarda Mohan, la Corte Suprema non ha rilevato motivi per modificare la sua condanna all’ergastolo. Nel 2017, Digambar usò una falce per uccidere sua sorella e l’amante della ragazza, con l'aiuto di Mohan. Subito dopo aver commesso gli omicidi, Digambar si precipitò alla stazione di polizia di Bhokar raccontando l’accaduto e descrivendo in dettaglio le sue responsabilità nel crimine. Digambar e Mohan hanno presentato ricorso alla Corte Suprema sostenendo che la confessione extragiudiziale di Digambar fosse l’unico elemento alla base del giudizio di colpevolezza. Pur rifiutando di ribaltare la decisione dell'Alta Corte di Bombay, il collegio ha affermato: “Sebbene la confessione extragiudiziale dell'imputato Digambar non possa essere messa in dubbio, tuttavia l’essersi recato alla stazione di polizia consegnandosi agli agenti può certamente essere preso in considerazione alla luce della Sezione 8 della Legge Indiana sulle Prove, 1872”. Il collegio ha inoltre affermato che l'accusa ha dimostrato che vittime e imputati hanno lasciato insieme la casa di un testimone poco prima che le vittime fossero uccise e ha ritenuto che "In questo caso, l'onere di dimostrare quanto accaduto dopo aver lasciato la casa si sposta sugli imputati ai sensi della Sezione 106 della Legge Indiana sulle Prove. Va notato che ciò che è accaduto dopo che gli imputati sono andati via insieme alle vittime è a esclusiva conoscenza degli imputati. Tuttavia, gli imputati hanno totalmente omesso di assolvere a tale onere”. In conclusione, il tribunale ha respinto il ricorso presentato da Mohan e ha parzialmente accolto quello presentato da Digambar. “Sebbene sia confermata la colpevolezza del ricorrente-Digambar ai sensi della sezione 302 del Codice penale, la sua pena capitale è commutata in ergastolo”. (Fonti: Law Beat, 30/04/2023)
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