EGITTO: 10 CONDANNATI A MORTE NEL CASO DELLE BRIGATE HELWAN
30 giugno 2022: Un tribunale del Cairo il 28 giugno 2022 ha condannato a morte 10 persone e altre 56 all'ergastolo nel processo di massa relativo al caso delle Brigate Helwan, i cui membri sono accusati in Egitto di aver commesso violenze. Il Primo Circuito antiterrorismo del Tribunale Penale del Cairo ha tenuto un'udienza presso l'Istituto di Polizia di Tora, in cui ha emesso le sentenze per un totale di 215 imputati nel caso. Il processo di massa è legato agli eventi accaduti tra l'agosto 2013 e il febbraio 2015, un periodo che ha visto un aumento degli attacchi, in particolare contro le forze di sicurezza, a seguito del colpo di stato militare contro il presidente egiziano Mohamed Morsi, eletto democraticamente. Il tribunale ha condannato a morte sette degli imputati presenti. Tuttavia, questi fascicoli devono ora essere approvati dal Gran Mufti prima che le condanne diventino definitive. Gli imputati presenti erano Magdy Mohamed Ibrahim, Mahmoud Attia Ahmed Abdel Ghani, Abdel Wahab Mustafa, Musab Abdel Hamid Khalifa, Abdullah Nader, Abdel Rahman Issa e Mahmoud Al Sayed Amin. Gli altri tre imputati, Yahya al-Sayyid Ibrahim Musa, Mahmoud Abu Hasiba e Muhammad Ibrahim Hamid, sono stati condannati a morte in contumacia. Nell'estate del 2014, un gruppo noto come Brigate Helwan pubblicò un video sui social media esprimendo il proprio sgomento per la "tranquillità dei Fratelli musulmani" nel trattare con il Ministero dell'Interno egiziano, proprio mentre i militari avevano estromesso Morsi. Il gruppo avvertì le autorità dichiarando: “non vogliamo prendere le armi, ma siete voi che ci avete obbligato a ricorrervi per difenderci, per difendere le nostre donne, per difendere questa terra”. Le accuse includevano la partecipazione ad atti terroristici, atti vandalici contro veicoli presso la stazione di polizia di Helwan, sabotaggio dell'edificio dell'Unità per il Traffico di Helwan, l'uccisione di diversi agenti di polizia, possesso di esplosivi e la detonazione di una bomba nell'al-Basha Cafe a Helwan. In una dichiarazione, il gruppo per i diritti umani Comitato per la Giustizia (CFJ) ha affermato che alcuni degli imputati nel caso delle Brigate Helwan sono stati "sottoposti a torture psicologiche e fisiche". Ha aggiunto che "66 imputati hanno dimostrato di essere stati sottoposti a sparizione forzata e detenzione segreta dal momento del loro arresto fino alla data della loro presentazione in Procura". Il 28 giugno, i giudici hanno anche condannato cinque imputati a pagare 1,76 milioni di dollari di multa come risarcimento per "aver sabotato proprietà e strutture pubbliche, in particolare torri e trasformatori elettrici". Altre 63 persone sono state condannate a 15 anni di carcere ciascuna, compresi i fotoreporter Khaled Mohamed Sahloub e Alia Nasreddin Awad. Il tribunale ha anche condannato altri 35 imputati a 10 anni di carcere e ne ha assolti 43. Otto fascicoli sono stati chiusi a causa della morte degli imputati. CFJ ha affermato che 35 imputati sono stati perseguiti senza disporre di un avvocato. CFJ ha precisato che il tribunale ha incriminato gli imputati per aver fondato e guidato un gruppo illegale tra il 14 agosto 2013 e il 2 febbraio 2015 nei governatorati del Cairo e di Giza. Per il tribunale, l'obiettivo delle Brigate Helwan era "la sospensione della Costituzione e delle leggi, per impedire alle istituzioni statali e alle autorità pubbliche di esercitare le loro funzioni, per attaccare la libertà personale dei cittadini e le libertà pubbliche e i diritti garantiti da Costituzione e legge, e di nuocere all'unità nazionale e alla pace sociale». Dopo la pubblicazione del video del gruppo nel 2014, le forze di sicurezza hanno lanciato una campagna di arresti di massa, arrestando quasi 150 persone. (Fonti: MEE, 29/06/2022)
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