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Il giudice Sharad Arvind Bobde |
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INDIA: CORTE SUPREMA, ‘LA CONDANNA CAPITALE NON PUO’ ESSERE IMPUGNATA IN CONTINUAZIONE’
24 gennaio 2020: La Corte Suprema indiana il 23 gennaio 2020 ha sottolineato che la "finalità" della condanna a morte è estremamente importante e che i condannati non devono avere l'impressione che la condanna a morte rimanga "aperta" e possa essere impugnata in continuazione. La Corte stava esaminando le richieste di commutazione presentate da due condannati a morte che sono stati riconosciuti colpevoli di aver ucciso una famiglia di sette persone. "Non si può continuare a dare battaglia all'infinito per tutto", ha dichiarato all’agenzia PTI il collegio presieduto dal giudice S A Bobde, capo dei magistrati indiani. Il collegio, che comprendeva anche i giudici S A Nazeer e Sanjiv Khanna, ha inoltre affermato che la punizione assegnata ai condannati è per i loro crimini e ha aggiunto "se si considera l'innocenza di un essere umano, anche il peggior criminale ha un cuore innocente".L'osservazione della Corte Suprema sulla pena di morte arriva nel momento in cui l'esecuzione dei condannati per lo stupro di gruppo di Delhi del 2012 è stata rimandata mentre i condannati tentano gli ultimi ricorsi legali disponibili. Le loro condanne capitali sono state emesse nel settembre 2013. Sono state confermate dall'Alta Corte nel marzo 2014 e dalla Corte Suprema nel maggio 2017. Un tribunale di Delhi ha ora fissato il 1° febbraio come nuova data per l'esecuzione. (Fonti: indianexpress.com, 23/01/2020)
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