CINA: IN CRESCITA MERCATO ILLEGALE DI ORGANI
17 gennaio 2011: gli espianti illegali di organi in Cina vanno aumentando nonostante le misure attuate dalla leadership cinese per arrestare il fenomeno, ha dichiarato David Matas, avvocato canadese per i diritti umani.
Dopo che della pratica si è occupata la stampa nazionale, nel luglio 2006 il regime cinese ha approvato una legge che proibisce la vendita di organi senza il consenso del donatore.
Tuttavia, secondo Matas, le uccisioni in Cina dei prigionieri di coscienza del Falun Gong per prelevare i loro organi sono da allora aumentate. “Resta una discrepanza tra il volume di trapianti effettuati e il volume delle fonti”, ha detto al giornale Epoch Times.
“La discrepanza è in aumento, dal momento che è minore il ricorso alla pena di morte mentre il volume dei trapianti cresce. Dobbiamo quindi concludere che il fenomeno non solo sta continuando, bensì peggiorando”.
Il regime di Pechino ha ammesso nel 2005 di prelevare organi di prigionieri nel braccio della morte, una pratica iniziata a metà degli anni ’80.
“La Cina non fornisce statistiche sulla pena capitale, ma il mio calcolo è che dovrebbero giustiziare una media di 30.000 persone all’anno per ottenere tutti gli organi che trapiantano, e niente indica che lo stiano facendo”, ha detto Matas.
Lo scrittore Ethan Gutmann ha dichiarato nel giugno 2010 che in Cina il prelievo forzato di organi si è esteso dai membri del Falun Gong ai prigionieri uiguri, cristiani e tibetani.
Nel suo “China’s Gruesome Organ Harvest,” Gutmann ha intervistato diversi praticanti del Falun Gong che nel corso della detenzione sono stati sottoposti ad esami del sangue e sugli organi per valutare la loro idoneità come fonti di organi, pratica che secondo Matas continua. (Fonti: The Epoch Times, 17/01/2011)
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