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Detenuto cinese condotto all'esecuzione |
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CINA: SOSPENSIONE ESECUZIONI PIU’ FACILE
26 dicembre 2008: un’esecuzione potrà essere sospesa in Cina – in caso di nuove e rilevanti prove – anche se la Corte Suprema del Popolo avesse già ratificato la condanna a morte, stabilisce una nuova direttiva giudiziaria entrata oggi in vigore.
Eventuali nuovi elementi dovranno immediatamente essere comunicati dai tribunali locali alla Corte Suprema cinese, la quale deciderà se sospendere o meno l’esecuzione del condannato.
In caso di sospensione, le autorità giudiziarie locali dovranno condurre ulteriori indagini e presentarne poi le conclusioni alla Corte Suprema nelle modalità previste.
Analogamente, nel caso in cui fosse la Corte Suprema a trovare nuove evidenze, sarà quest’ultima a fermare l’esecuzione del condannato, trasmettendo i nuovi elementi ai tribunali locali con l’ordine di proseguire le indagini.
Nuove sentenze potranno essere emesse nel caso in cui nuove prove dimostrino l’infondatezza delle conclusioni di un tribunale.
Inoltre, se un detenuto stesse per essere giustiziato mentre suoi complici in altri casi fossero ancora sotto processo, “in queste circostanze i tribunali locali devono sospendere l’esecuzione”, dal momento che le sentenze in arrivo possono riguardare il condannato a morte.
Per Chen Weidong, docente di procedura penale presso l’Università di Renmin, la nuova direttiva dimostra come la Corte Suprema cinese stia esercitando cautela nel trattare i casi capitali.
“L’obiettivo è quello di eliminare la possibilità che una persona venga giustiziata per errore” ha dichiarato Chen al giornale China Daily.
La Corte Suprema del Popolo continuerà invece a ratificare condanne capitali nel caso in cui nessuna novità sopraggiunga o nel caso in cui il condannato non meriti una revisione della pena per buona condotta o per contributi a beneficio della società. (Fonti: China Daily, 29/12/2008)
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