MALESIA. VERSO LA PENA DI MORTE PER CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE
8 maggio 2007: il parlamento della Malesia affronta questa settimana in seconda lettura un disegno di legge sulle acque che – tra le altre misure – introduce la pena di morte per gravi contaminazioni che causino danno o perdita di vita umana. I contrari al disegno di legge (“Water Services Industry Bill”) sostengono che la proposta sia inapplicabile ed inefficace, e che inoltre non affronti le reali cause della contaminazione idrica. “Per lo più, i reali responsabili sono le imprese, e non si possono impiccare le imprese”, dice Charles Hector, avvocato per i diritti umani e coordinatore della campagna Malesi Contro la Pena di Morte e la Tortura. “Chi sarebbe condannato? Il presidente del consiglio di amministrazione? I direttori? Il general manager? E’ assurdo”. Per Hector non c’è necessità di ampliare la pena di morte, dal momento che il codice penale già punisce l’intenzione di uccidere qualcuno.
Da parte sua, la deputata dell’opposizione Teresa Kok dice che “stanno introducendo la nuova misura perché hanno in mente terroristi che potrebbero intenzionalmente inquinare impianti idrici”, aggiungendo di essere contraria alla pena di morte. (Fonti: Ips, 08/05/2007)
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