SIRIA. ATTIVISTI PER I DIRITTI UMANI CHIEDONO RIFORME DEMOCRATICHE E ABOLIZIONE DELLA PENA CAPITALE
15 giugno 2005: il Comitato per la Difesa delle Libertà Democratiche e dei Diritti Umani in Siria (CDF), gruppo indipendente, ha indirizzato ai membri della delegazione Ue in visita nel paese una lettera in cui si avanzano proposte sui diritti umani e la società civile in Siria.
Tra queste, l'eliminazione dello stato d'emergenza e dei tribunali speciali, la liberazione dei detenuti politici, il ritorno degli esiliati, l'abolizione della tortura e della pena di morte, il conferimento della cittadinanza ai curdi. Tutte richieste la cui realizzazione, si legge nel testo, rappresenta "la porta principale per entrare in un clima di distensione e per porre il paese sul binario di una vera trasformazione democratica".
La delegazione, guidata dalla parlamentare europea Beatrice Patry e della quale fanno parte il capo-delegazione della Commissione Europea a Damasco Frank Hesske e l'ambasciatore olandese a Damasco (in rappresentanza della presidenza della Ue) ha incontrato il presidente siriano Bashar al-Assad, oltre che il ministro degli Esteri Faruq al-Sharaa ed il Presidente del locale Parlamento.
Da parte siriana e' stata sottolineata l'importanza di completare l'accordo di partenariato euro-siriano, che potrebbe aprire il campo ad una positiva cooperazione tra le parti.
Tutto questo mentre in Siria molti attivisti per i diritti umani si trovano in carcere o sotto processo: fra questi Muhammad Raadun, presidente dell'Organizzazione per i Diritti Umani, Aktham Naysa, presidente del Comitato per la Difesa delle Libertà Democratiche e dei Diritti Umani in Siria, lo scrittore Ali Abdallah della Commissione Siriana per i Diritti Umani, e Riyad Darrar, della Commissione per la Società Civile. (Fonti: Aki, 15/06/2005)
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