Un tribunale iraniano ha recentemente condannato a morte una donna curda con l’accusa di adulterio, ha denunciato il 5 novembre 2018 un gruppo per i diritti curdo.

Due uomini accusati di "condurre disordini organizzati e sistematici" nella rete bancaria iraniana sono stati condannati a morte e altri condannati a pene detentive, secondo quanto riferito da fonti giudiziarie il 6 novembre 2018.

L'esperto indipendente ONU in materia di diritti umani in Iran il 24 ottobre 2018 ha sollecitato Teheran ad abolire la pena di morte per i minorenni.

Il capo del servizio di sicurezza dello Shin Bet, Nadav Argaman, ha dichiarato il 6 novembre 2018 di essere "inequivocabilmente" contrario al controverso disegno di legge che mira a rendere più facile per Israele condannare a morte gli aggressori palestinesi di civili e soldati israeliani.

Il Tribunale per i crimini internazionale (ICT) il 5 novembre 2018 ha condannato a morte due persone per aver commesso crimini contro l'umanità durante la Guerra di Liberazione del 1971.

Un tribunale antiterrorismo (ATC) pakistano ha annunciato il 1° novembre 2018 di aver condannato a morte due volte un uomo riconosciuto colpevole di duplice omicidio.

L'Alta Corte del distretto di Idukki, nel Kerala, ha confermato il 30 ottobre 2018 la condanna a morte emessa dal giudice T U Kuruvila di Thodupuzha il 20 giugno 2012 nei confronti di un nativo di Idukki per aver violentato e ucciso una madre e sua figlia a Peermade nel 2007.

Il tribunale militare somalo ha condannato a morte per omicidio due membri delle forze armate il 5 novembre 2018.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu il 4 novembre 2018 ha dato il via libera ai deputati affinché sostengano il controverso disegno di legge che prevede la pena di morte per i palestinesi che uccidono civili e soldati israeliani, respingendo il parere dell'establishment della sicurezza.

Il presidente del Sud Sudan Salva Kiir il 31 ottobre 2018 ha graziato James Gatdet Dak, portavoce del leader del SPLM-IO, ordinandone il rilascio.

Un tribunale iracheno il 4 novembre 2018 ha condannato all’impiccagione uno degli assassini del capo del Dipartimento Passaporti della provincia di Babylon (Babil), comandante Safa al-Dulaimi.

Secondo il quotidiano iraniano Javan, un minorenne è stato condannato alla qisas (retribuzione) con l’accusa di omicidio, ha riportato Iran Human Rights il 1° novembre 2018.