governo: Federazione con poteri specifici delegati al governo federale ed altri poteri riservati ai singoli emirati
stato dei diritti civili e politici: Non libero
costituzione: 2 dicembre 1971, divenuta permanente nel 1996
sistema giuridico: basate su un doppio sistema di sharia o legge islamica e corti civili
sistema legislativo: monocamerale, Consiglio Nazionale Federale (Majlis al-Ittihad al-Watani)
sistema giudiziario: Unione Corte Suprema, i giudici sono nominati dal Capo dello Stato
religione: 96% musulmani, 4% cristiani e indù
metodi di esecuzione: lapidazione plotone d'esecuzione
braccio della morte: almeno 25 (alla fine del 2014 secondo Amnesty International)
Data ultima esecuzioni: 6-12-2012
condanne a morte: 8
Esecuzioni: 1
trattati internazionali sui diritti umani e la pena di morte:Convenzione sui Diritti del Fanciullo
Statuto della Corte Penale Internazionale (esclude il ricorso alla pena di morte) (solo firmato)
situazione:
La pena di morte è raramente applicata, anche perché la legge prevede che un panel di tre
giudici sia d’accordo nella decisione di comminare la pena capitale, la quale
può essere poi condonata qualora la famiglia della vittima perdoni l’omicida,
accettando un risarcimento in denaro. In caso di accettazione del “prezzo del
sangue”, un tribunale può condannare un omicida a una pena detentiva da tre a sette
anni. Negli Emirati Arabi Uniti, il prezzo del sangue per aver causato la morte
di qualcuno è normalmente di 200.000 dirham (circa 54.450 dollari).
Sono reati capitali: omicidio, stupro, tradimento, rapina aggravata, apostasia,
adulterio, spaccio e, dal 1995, traffico di droga sebbene non si sia mai
appreso dell'esecuzione di nessuna sentenza.
La legge federale sull'ambiente in vigore dal 1° febbraio 2000 prevede la condanna a morte e multe da 1 a 10 milioni di Dh per il reato
d'inquinamento terrestre o marittimo. Il 6 aprile 2000 un tribunale della
Sharia a Ras al-Khaimah ha stabilito che chiunque sia trovato colpevole di
compiere atti magici per fare un incantesimo sarà condannato a morte perché la
pratica violerebbe la legge islamica e perciò è blasfema.
Secondo la legge islamica i familiari della vittima possono
chiedere la pena di morte per l'imputato che viene riconosciuto colpevole, ma
possono anche rinunciare a tale diritto in cambio di un indennizzo, chiamato
"prezzo del sangue".
L’esecuzione avviene in un luogo sconosciuto a opera di un plotone di esecuzione che
consiste di nove uomini, almeno uno dei quali è dotato di un fucile caricato a
salve, per cui nessuno di loro sa chi ha sparato il colpo fatale. Secondo le
procedure di esecuzione, i familiari dei detenuti nel braccio della morte li
possono visitare sia durante la detenzione sia il giorno dell’esecuzione, ma
non sono autorizzati ad assistere, mentre i familiari delle vittime possono
partecipare all’esecuzione. I rappresentanti l’accusa, la polizia di Dubai, il
direttore del penitenziario e un medico devono essere presenti quando la
sentenza viene eseguita. La condanna a morte deve essere letta ad alta voce dal
direttore del carcere o da uno dei suoi delegati. Un rappresentante dell’accusa
documenterà tutte le ultime parole dette dal detenuto e l’ora della morte.
In base alla scuola giuridica islamica Maliki, ufficialmente
adottata negli Emirati, un musulmano che uccide un non musulmano non può essere
giustiziato. Tuttavia, il 29 dicembre 2010, con una decisione che costituisce
precedente, la Corte di Cassazione ha stabilito di trattare l’omicidio di un
non-musulmano come quello di un musulmano, sulla base di un altra scuola
giuridica, la Hanafi, che è l’unica scuola sunnita che prevede la pena di morte
nel caso un musulmano uccida un non-musulmano. I docenti di scuola Hanafi
sottolineano che il divieto di giustiziare un musulmano che ha ucciso un
non-musulmano deve essere applicato solo in tempo di guerra.
Negli Emirati Arabi Uniti, la lapidazione è una punizione
prevista per l’adulterio secondo la legge della Sharia, ma è raro che i giudici
emettano simili sentenze. In passato, tribunali penali degli Emirati hanno
condannato alla lapidazione persone accusate di adulterio, ma le condanne non
sono mai state eseguite. In base alla legge islamica, una persona può essere
condannata per adulterio se si ottiene una sua confessione oppure se quattro
persone testimoniano. Tuttavia, rimanere incinta a seguito di una relazione
fuori dal matrimonio è una prova sufficiente.
Il 28 luglio 2004, gli Emirati Arabi Uniti hanno introdotto una legge per la
lotta contro il terrorismo che commina la pena di morte o l'ergastolo per
chiunque costituisca o diriga una organizzazione con tali fini. La pena
capitale si applica ai responsabili di azioni terroristiche con vittime, mentre
da 10 anni all'ergastolo sono comminati per chi sia collegato a un gruppo
terroristico o contribuisca al finanziamento del terrorismo o per chi riceva da
un gruppo terroristico un addestramento militare o in materia di sicurezza.
Il 14 dicembre 2013, il Presidente del Tribunale di Prima
Istanza, Saeed Abdul Baseer, ha chiesto modifiche alle procedure legali, anche
nei casi che potrebbero portare alla pena di morte. Abdul Baseer ha detto che
numerosi omicidi erano il risultato di liti e non potevano essere considerati
come premeditati, quindi il parere della famiglia della vittima non era
necessario per il procedere del caso. Un altro problema degno di nota, ha detto
l’alto magistrato, sono gli interrogatori di sospetti criminali da parte di
agenti di polizia, perché alcuni poliziotti commettono gravi errori al momento
dell’arresto quando violano la legge e interrogano l’imputato. “Questa
procedura, oltre che illegittima, invalida l’intero caso, anche se l’imputato
confessa in tribunale”.
Il 29 gennaio 2014, il Presidente Sheikh Khalifa bin Zayed bin Sultan Al Nahyan ha decretato
la sospensione di tutte le esecuzioni in casi di omicidio per consentire alle
autorità di contattare i parenti di sangue delle vittime e tentare di risolvere
questi casi con loro, ha riportato il Gulf News il 5 febbraio. Un alto
funzionario ha precisato che il decreto non include i casi di terrorismo,
violenza e droga. Ci sono decine di condannati a morte negli Emirati che
possono beneficiare della decisione a condizione che le autorità siano in grado
di contattare i consanguinei delle vittime. A tale fine, un altro funzionario
ha detto che il Ministero degli Affari Presidenziali ha istituito una
commissione. “E’ un gesto compassionevole del Presidente per risolvere questi
casi e allo stesso tempo assicurare il corso della giustizia in base alle leggi
della Sharia e dei valori della società degli Emirati Arabi Uniti.” L’Alto
Rappresentante dell’Unione europea per le Relazioni Esterne e la Politica di
Sicurezza, Catherine Ashton, ha accolto con favore l’annuncio del Presidente
Khalifa. “Spero che questo sia un primo passo verso una moratoria definitiva
sulla pena di morte negli Emirati”, ha detto la Ashton in un comunicato del 7
febbraio. Il capo della politica estera dell’UE ha poi aggiunto che “questo
sviluppo costituirà un esempio positivo per tutta la regione affinché si
adottino misure analoghe che spianino la strada verso l’abolizione della pena
di morte”.
Il 20 agosto 2014, il Presidente degli Emirati Arabi Uniti, Sheikh Khalifa bin Zayed Al
Nahyan, ha dato l’assenso alla prima e più dura legge anti-terrorismo del
Paese, che prevede dall’ergastolo alla pena capitale oltre che pesanti multe
finanziarie e che dovrebbe entrare in vigore con effetto immediato. E’ stata
una delle leggi del Paese che è stata redatta, inviata all’approvazione del
Consiglio Nazionale Federale e poi alla ratifica del Presidente della
Repubblica nel più breve periodo di tempo.
La legge stabilisce la pena di morte per i colpevoli di attentato o
minaccia al Presidente, al Vice-Presidente o a uno qualsiasi dei membri del
Governo degli Emirati e dei loro familiari, e per chi cospira contro lo Stato e
il Governo. La legge comprende anche una vasta gamma di fattispecie criminali
correlate, tra cui la tratta di esseri umani e il riciclaggio di denaro, il
finanziamento del terrorismo e altri reati. Sono soggetti a tali pene quelli
coinvolti nella realizzazione, la pianificazione o l’assistenza a svolgere attività
terroristiche nel Paese o nella pianificazione di tali attività all’estero ma
concepite in patria. Gli atti terroristici ai sensi della legge comprendono
tutti i tipi di atti intenzionali che costituiscono una minaccia per la società
e per lo Stato, tra cui il dirottamento, la presa in ostaggio di persone
innocenti e legami con organizzazioni terroristiche al di fuori del Paese.
Nel febbraio 2011, gli Emirati Arabi Uniti hanno ripreso le esecuzioni dopo tre
anni di sospensione. L’ultima esecuzione nel Paese era stata effettuata nel
febbraio 2008.
Nel 2015, negli Emirati è stata eseguita una sola sentenza capitale, come nel 2014. Nel 2013, non vi sono state esecuzioni.
Nel 2012, negli Emirati è stata eseguita una sola sentenza capitale, come nel 2011.
Nel 2015, sono state inflitte otto condanne a morte, secondo Amnesty International.
Nel 2015, almeno dodici commutazioni sono state concesse grazie al prezzo del sangue.
Le Nazioni Unite
Nel corso della Revisione Periodica Universale, nel 2009, alcuni membri del Consiglio
diritti umani hanno raccomandato agli Emirati Arabi Uniti di stabilire una
moratoria sulle condanne a morte e le esecuzioni, incoraggiare un dibattito
nazionale sulla pena di morte, e di abolire la pena di morte.
Il 18 dicembre 2014, gli Emirati Arabi Uniti si sono nuovamente astenuti sulla
risoluzione per una moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale
delle Nazioni Unite.