24 Aprile 2025 :
La Corte Suprema indiana il 22 aprile 2025 ha commutato la condanna a morte di un uomo del Kerala che era stato condannato a morte per gli omicidi della moglie e dei quattro figli e per lo stupro della figlia dodicenne, avvenuto prima di ucciderla, nel 2008.
"Considerando che l’appellante non aveva precedenti penali, la buona condotta tenuta negli ultimi 16-17 anni di carcere, i problemi di salute mentale e i costanti sforzi per essere un detenuto modello, riteniamo che l'imposizione della pena di morte sia ingiustificata. Pertanto, viene rimosso dal braccio della morte", ha dichiarato il collegio composto dai giudici Vikram Nath, Sanjay Karol e Sandeep Mehta, decidendo sull’appello presentato da Reji Kumar contro il giudizio di colpevolezza e la condanna a morte.
La Corte Suprema ha aggiunto: "Tuttavia, considerata la gravità del crimine, il numero di persone uccise e il fatto che, su cinque, quattro erano suoi figli, riteniamo che non meriti di essere liberato e disponiamo che trascorra il resto dei suoi giorni in carcere, fino al suo ultimo respiro, nella speranza che compia atti di pentimento per fare ammenda per i crimini commessi e in particolare per aver spento quattro fiamme ardenti... La condanna a morte viene commutata in ergastolo fino al termine della vita naturale".
Il condannato, Reji Kumar, alias Reji, laureato in chimica e diplomato in applicazioni informatiche, era un bracciante agricolo.
Nel corso del suo impiego, aveva sviluppato relazioni intime con un'altra donna.
Reji sospettava inoltre che sua moglie Lissy lo tradisse e credeva che la loro figlia minore, che aveva solo tre anni quando fu uccisa, non fosse sua. La coppia aveva quattro figli: tre femmine di 12, 9 e 3 anni e un maschio di 10.
In occasione del processo di primo grado, Reji fece del suo meglio per respingere le accuse, ma il tribunale concluse che aveva effettivamente commesso gli omicidi, violentato la prima figlia, occultato i corpi e le prove delle sue azioni.
Il tribunale di primo grado affermò che "le modalità di commissione del crimine erano state ben pianificate" e che "l'argomentazione della difesa secondo cui il reato era dovuto a infelicità e frustrazione, e non a tendenze criminali, è stata respinta".
Confermando la condanna a morte con la sentenza del 12 novembre 2014, l'Alta Corte del Kerala aveva affermato che "i fatti di questo caso dimostrano che l'appellante ha pianificato gli omicidi della moglie e dei quattro figli e li ha eseguiti uno dopo l'altro, nell'arco di due settimane".
La Corte Suprema, pur confermando la colpevolezza, ha valutato se il crimine rientrasse nella categoria dei più rari tra i rari, come stabilito dal tribunale di primo grado. A tal fine, ha esaminato le circostanze aggravanti e attenuanti del caso e le conclusioni contenute nella relazione del magistrato di sorveglianza, nella relazione dell'investigatore sulle circostanze attenuanti e nella relazione di valutazione psicologica sottopostagli. Tra le circostanze attenuanti, la Corte ha rilevato che l'imputato aveva una fedina penale pulita e aveva manifestato comportamenti volti a superare un disagio opprimente derivante in passato da problemi quali negligenza genitoriale, malattie mentali e dipendenza da sostanze, abusi fisici e sessuali.