USA: ‘SOLO IL 16% DELLE PERSONE CONDANNATE A MORTE È STATO GIUSTIZIATO’

19 Marzo 2015 :

il Washington Post ha riassunto lo stato della pena di morte negli Usa. Da quando la pena di morte è stata reintrodotta nel 1976, al 31 dicembre 2013, negli Usa sono state emesse 8.466 condanne capitali. Nello stesso periodo preso in considerazioni, le esecuzioni sono state 1359, il 16%. Delle 8.466 condanne emesse, 3.194 sono state annullate in appello; 2.979 rimangono nei bracci della morte; 1.359 sono stati giustiziati; 509 sono morti di cause naturali o per suicidio, 392 hanno ottenuto un provvedimento di clemenza da parte del governatore con la pena commutata in ergastolo, e 33 hanno lasciato il braccio della morte per “motivi vari”. Come si vede, gli annullamenti costituiscono l’esito più probabile delle condanne a morte. Gli annullamenti sono stati motivati con: conferma del verdetto di colpevolezza ma annullamento della condanna a morte (1.781), annullamento del verdetto di colpevolezza (890), articoli della legge capitale in seguito dichiarati incostituzionali (523). La seconda probabilità più alta è quella di rimanere nei bracci della morte un numero molto alto di anni, e l’eventualità di essere giustiziati è solo la terza in ordine di grandezza.
Il motivo di una percentuale così alta di annullamenti non risiede nella “leggerezza” dei giudici, ma nelle particolari garanzie che vengono concesse ad un condannato a morte, il quale può fare ricorso sia alle corti di stato, che alle Corti Supreme, che ai giudici federali.
C’è molta differenza tra gli stati per come applicano la pena di morte. Nel periodo in analisi alcuni stati (Kansas, Massachusetts, New Hampshire, New Jersey, New York e Rhode Island) hanno emesso condanne a morte, ma non ne hanno eseguita nessuna. La media nazionale dice che il 13,34% delle condanne a morte messe ha avuto come esito finale l’esecuzione.
Lo stato che ha la percentuale più alta di rispondenza tra condanne ed esecuzioni è la Virginia, con il 72%. Ha emesso 152 condanne a morte ed ha compiuto 110 esecuzioni. Nessun altro stato raggiunge il 50%, il Texas si avvicina al 50%, e il South Dakota si avvicina al 45%, il Missouri non arriva al 40%. Il 5° stato in ordine di percentuale è l’Oklahoma, che non arriva al 30%.
Tre stati hanno emesso più di 1.000 condanne a morte: Texas (1075), Florida (1040), e California (1013). Di queste condanne, il Texas ne ha eseguite 508, la Florida 81, e la California 13. Indipendentemente dall’opinione che si può avere sulla pena di morte, una così evidente disparità su come i diversi stati applicano la pena di morte solleva dubbi sul rispetto del principio costituzionale della “uguale protezione”, attiva e passiva, che i cittadini devono avere dalla legge. Troppo varia è l’eventualità che sia le vittime che gli imputati ottengano, davanti alla legge, “uguale trattamento”. Per lo stesso motivo un giudice federale in California ha recentemente dichiarato incostituzionale la pena di morte in California per la lentezza e arbitrarietà con cui viene applicata, sconfinando nella tortura, ossia nella “punizione crudele ed inusuale” che viene esplicitamente vietata dall’8° emendamento alla costituzione degli Stati Uniti. Infine, la lentezza del sistema capitale mette a dura prova sia gli imputati, sia le vittime, costrette a processi ripetuti nel tempo, a verdetti altalenanti, e ad attese anche di decenni. Un sistema del genere sembra tradire la promessa di giustizia, e sconfinare piuttosto nella tortura.
 

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