03 Maggio 2018 :
il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite ha completato l'esame del quinto rapporto periodico della Giordania sulla sua attuazione del Patto internazionale sui diritti civili e politici. Presentando il rapporto, Saja Majali, Rappresentante Permanente della Giordania presso l'Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, ha affermato che dalla presentazione del precedente rapporto periodico, sono avvenuti molti cambiamenti nella regione che hanno avuto gravi conseguenze per la Giordania. Per quanto riguarda le questioni sollevate dagli esperti in materia di pena di morte, la delegazione ha sottolineato che la Giordania era considerata un paese che si sforzava di promuovere i diritti umani. Aveva adottato molte misure per proteggere le libertà fondamentali e assicurare che la legislazione nazionale fosse in linea con gli strumenti internazionali ratificati sui diritti umani. Il codice penale ha imposto sanzioni per i reati, uno dei quali è la pena di morte perché ha un effetto deterrente. Tale pena e la sua attuazione è compatibili con i testi internazionali. In effetti, il Patto stipulava che la pena di morte dovrebbe essere limitata ai crimini più gravi. L'applicazione della pena di morte in Giordania non può aver luogo in modo arbitrario. Può essere imposto solo a individui di età superiore ai 18 anni e non è applicata a donne in gravidanza o a donne che hanno appena partorito. La pena di morte non è più applicata ai reati connessi alla droga. Secondo uno studio recente, l'81% della popolazione giordana ha sostenuto il mantenimento della pena di morte.