governo: federazione
stato dei diritti civili e politici: Non libero
costituzione: 12 dicembre 1993
sistema giuridico: basato sul diritto civile
sistema legislativo: bicamerale; Consiglio della Federazione (Soviet Federatsii) e Duma di Stato (Gosudarstvennaya Duma)
sistema giudiziario: Corte Costituzionale; Corte Suprema; Corte Suprema di Arbitrio; Il Consiglio della Federazione nomina i giudici, a vita, su raccomandazione del Capo dello Stato
religione: 15-20% russi-ortodossi; 10-15% musulmani; 2%cristiani
metodi di esecuzione: colpo di pistola
braccio della morte:
Data ultima esecuzioni: 2-9-1996
condanne a morte: 0
Esecuzioni: 0
trattati internazionali sui diritti umani e la pena di morte:Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici
Primo Protocollo Opzionale al Patto
Convenzione sui Diritti del Fanciullo
Convenzione contro la Tortura ed i Trattamenti e le Punizioni Crudeli, Inumane o Degradanti
Convenzione Europea per la Protezione dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali
Sesto Protocollo alla Convenzione Europea per la Protezione dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali, relativo all'abolizione della pena di morte eccetto che per atti commessi in tempo di guerra o nell’imminenza di una guerra (solo firmato)
Convenzione Europea per la Prevenzione della Tortura e dei Trattamenti e Punizioni Inumane e Degradanti
Statuto della Corte Penale Internazionale (esclude il ricorso alla pena di morte) (solo firmato)
situazione:
La Russia è impegnata nell’abolizione della pena di morte come membro del Consiglio d’Europa dal 28 febbraio 1996. Avrebbe dovuto firmare il Sesto Protocollo alla Convenzione Europea dei Diritti Umani entro un anno dall’ingresso nel Consiglio e ratificarlo entro tre. Nel 1996, l’allora Presidente Boris Eltsin, per adempiere agli obblighi internazionali, ha imposto una moratoria sulle esecuzioni – tuttora in vigore – che ha aggirato il costante rifiuto da parte del Parlamento (Duma di Stato) di abolire la pena di morte (una proposta di legge per una moratoria è stata respinta dal Parlamento il 14 marzo 1997). L’introduzione nel 1996 del Codice Penale della Federazione Russa ha ridotto il numero dei reati capitali da 33 a 5: omicidio premeditato con circostanze aggravanti; tentato omicidio di un personaggio pubblico o statale; tentato omicidio di un amministratore della giustizia o di un investigatore; tentato omicidio di un funzionario della legge; genocidio. Il 2 giugno 1999 Eltsin ha emanato un decreto di commutazione in ergastolo o a 25 anni di tutte le 716 condanne a morte. Nel febbraio del 2000 la Corte Costituzionale ha stabilito che non possono essere pronunciate nuove condanne a morte fino a che non sia messo in pratica un nuovo sistema di giurie in tutto il paese. Il 1° luglio 2002 è entrato in vigore il nuovo Codice di Procedura Penale russo, in base al quale la giuria decide l’innocenza o la colpevolezza e il giudice emette la sentenza. Tuttavia non sono ancora state istituite tutte le giurie nelle 89 entità della Federazione. Nel luglio 2003 il Cremlino ha voluto ricordare che la moratoria sulla pena di morte resterà in vigore fino al 1° gennaio 2008, data a partire dalla quale i processi con giurie dovrebbero essere la norma nell’intero paese. L’attuale Presidente Vladimir Putin si è comunque dichiarato contrario alla pena di morte. Il 7 febbraio 2006, il Presidente russo Vladimir Putin, personalmente abolizionista e difensore della moratoria, ha promesso di tornare sulla questione della pena di morte e di muoversi verso l'abolizione definitiva, ma "con cautela, rispettando l'umore della società e del Parlamento.” Ha poi spiegato la sua contrarietà alla pena di morte: "La punizione ha diversi scopi. C'è la correzione e il castigo. Con la pena di morte è impossibile parlare di correzione, c'è solo il castigo."
Inoltre, in caso di errore, sempre possibile, la pena capitale è irreversibile. Mantenere la pena capitale, pur non applicandola, non significa essere secondi per democrazia al resto del mondo, ha voluto tuttavia precisare il Capo del Cremino. "In molti altri Paesi - ha detto Putin - ai quali non viene negata la qualifica di civilizzati e base della democrazia, viene mantenuta la pena di morte, dagli Stati Uniti al Giappone.”
Il 9 febbraio 2006, Ella Pamfilova, presidente del consiglio presidenziale per lo sviluppo della società civile e dei diritti umani, ha dichiarato: “Siamo l’unico paese del Consiglio d’Europa che non ha ancora ratificato il protocollo per l’abolizione della pena di morte,” riferendosi al Sesto Protocollo alla Convenzione Europea per la Protezione dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali, relativo all'abolizione della pena di morte eccetto che per atti commessi in tempo di guerra o nell’imminenza di una guerra. “Spero che lo faremo nel prossimo futuro.” “Pur consapevole del fatto che la maggioranza dei cittadini russi vorrebbe la fine della moratoria ed il ripristino della pena di morte - ha aggiunto - credo che su questioni così fondamentali la leadership politica dovrebbe andare contro la maggioranza.” “Per quanto riguarda la pena capitale, la nostra società è già abbastanza crudele,” ha concluso la Pamfilova.
Il 20 febbraio 2008, la Commissione legislativa della Duma, il ramo basso del Parlamento russo, ha sottoposto alla Camera dei deputati un disegno di legge per l’abolizione della pena di morte nel paese. “La nostra Commissione ha preso la positiva decisione di aderire al Sesto Protocollo della Convenzione europea sull'abolizione della pena di morte e di sottometterla alla Duma di Stato,” ha dichiarato il presidente della Commissione legislativa, Pavel Krasheninnikov. “Inoltre è stata presa la decisione di non usare la 'disciplina di partito' durante il dibattito su questa questione,” ha aggiunto, dicendosi però scettico sull’approvazione della legge.
Il 26 maggio 2006, Nur-Pashi Kulayev, unico superstite del commando di 32 ceceni che nel settembre 2004 occupò una scuola di Beslan, nell’Ossezia del Nord è stato condannato all’ergastolo. “L’imputato meriterebbe la pena di morte – ha detto il giudice Tamerlan Aguzarov – ma viene condannato all’ergastolo dal momento che è in vigore una moratoria.” Il Vice-procuratore generale russo Nikolai Shepel, che aveva chiesto per l’imputato la condanna a morte, ha dichiarato di essere soddisfatto del verdetto e che non presenterà appello. L’ultima esecuzione in Russia ha avuto luogo il 2 settembre 1996. La pena di morte è stata però praticata in Cecenia, la regione indipendentista che ha introdotto corti islamiche che applicano la legge della Sharia e generalmente fucilano chi collabora con le autorità federali con l’accusa di “tradimento della nazione”. Secondo fonti del Governo ceceno, la prima esecuzione in Cecenia, avvenuta per decisione di una corte della Sharia, risale al 5 agosto 1996, quando i ribelli hanno fucilato il capo del distretto amministrativo di Vedeno. Nel 2001 sono state compiute 21 esecuzioni; nel 2002 sono state almeno 15. Non si hanno notizie di esecuzioni in Cecenia nel 2003, nel 2004 e nel 2005. D’altra parte, organizzazioni internazionali accusano la Russia di esecuzioni sommarie, stupro, tortura e sparizioni da quando le truppe hanno invaso la Repubblica nell’ottobre del 1999 nel tentativo di piegare le forze separatiste. Secondo l’organizzazione non governativa russa Memorial, sono migliaia i ceceni arrestati dalle forze federali russe dall’inizio del conflitto.
Il 18 dicembre 2008 la Russia ha votato in favore della risoluzione per una moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.