29 Gennaio 2015 :
Uno studio calcola che la pena di morte è meno probabile quando la vittima è un nero. Lo studio (#BlackLivesDon’tMatter: Race-of-Victim Effects in US Executions, 1976-2013) sarà pubblicato sul prossimo numero di “Politics, Groups, and Identities”, una nota rivista di studi sociali. Secondo gli autori la pena di morte viene applicata molto raramente quando la vittima è un maschio di razza nera, nonostante la categoria “maschio nero” sia quella percentualmente più alta tra le vittime di omicidio. Un dato particolare è quello che delle 534 persone di razza bianca giustiziate per un singolo omicidio, solo in 9 casi la vittima era nera. I neri costituiscono il 47% di tutte le vittime di omicidio, ma i casi riguardanti queste vittime si concludono con una esecuzione solo nel 17% dei casi. Gli autori confrontano anche i dati degli omicidi interrazziali: la maggior parte degli omicidi è compiuta da persone della stessa razza della vittima, ma solo il 40% dei giustiziati di razza nera era accusato di aver ucciso un nero. Gli autori concludono: “Nella storia della pena di morte, sia recente che precedente, il pregiudizio razziale è forte. I numeri che mostriamo, da un lato dimostrano che i cittadini non godono di eguale protezione davanti alla legge, e dall’altro spiegano come, con tale sovrabbondanza di prove di un trattamento differenziato, il supporto pubblico per il sistema giudiziario si erode”.