16 Maggio 2015 :
Una giuria popolare federale ha condannato a morte Dzhokhar Tsarnaev, 21 anni, bianco, per il suo ruolo nella strage della Maratona di Boston del 2013. La notizia ha smentito la maggior parte dei commentatori, che nelle scorse settimane avevano riportato diversi sondaggi secondo i quali una forte maggioranza di cittadini del Massachusetts, uno stato tradizionalmente democratico, che ha abolito la pena di morte nel 1984, era contraria alla condanna a morte per Tsarnaev. Anche i parenti di 2 delle 4 vittime si erano recentemente detti contrari alla condanna a morte, ed alcuni dei feriti più gravi (vedi 8 e 21 aprile). Ma questo era un processo federale, e la procedura per la formazione della giuria popolare prevedeva che tutti i candidati selezionati si dichiarassero “death qualified”, ossia favorevoli alla pena di morte. Da questo punto di vista, in un certo senso, i giurati non sono stati scelti secondo il campione rappresentativo del Massachusetts. Come richiesto dalla legge federale, il verdetto è stato votato all'unanimità. È la prima condanna a morte federale per terrorismo che viene emessa dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, ha detto Kevin McNally, direttore del Federal Death Penalty Resource Counsel Project, l’agenzia statale che coordina i difensori nei casi capitali federali. Il 15 aprile 2013, nei pressi dell’arrivo della tradizionale Maratona di Boston, i due fratelli di origine cecena Tamerlan e Dzhokhar Tsarnaev furono ripresi dalle telecamere di sorveglianza mentre collocavano due bombe artigianali che, esplodendo poco dopo, causarono la morte di 3 persone e oltre 260 feriti. I morti furono Martin Richard, 8 anni, Krystle Campbell, 29 anni, e Lu Lingzi, 23 anni. Dei feriti, 17 hanno subito l’amputazione di arti. Una quarta vittima, Sean Collier, un agente della security del Massachusetts Institute of Technology, rimase ucciso in un conflitto a fuoco con i 2 fratelli il 19 aprile. Lo stesso giorno Tamerlan, 26 anni, rimase ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia. Dzhokhar, che allora aveva 19 anni, venne arrestato il 24 aprile. Il Massachusetts ha abolito la pena di morte nel 1984, ma il processo contro Tsarnaev è stato un processo federale, come sempre avviene nei casi di terrorismo negli Usa. Il processo era iniziato il 5 gennaio (vedi), con la selezione della giuria popolare. L’8 aprile la giuria popolare aveva riconosciuto Tsarnaev colpevole di tutti i 30 capi di imputazione. 17 di questi capi di imputazione prevedevano la pena capitale. In apertura del processo i legali di Tsarnaev avevano riconosciuto la responsabilità del loro assistito, e la loro strategia difensiva è stata incentrata sull’attribuire al loro assistito un ruolo minore rispetto a quello che avrebbe avuto il fratello maggiore, Tamerlan Tsarnaev. Tsanaev è stato difeso da un pool di avvocati molto noti, capeggiati da Judy Clarke. Clarke, bianca, è uno degli avvocati più esperti di pena di morte nel paese. In passato ha difeso, tra gli altri, Ted Kaczynski, detto “Unabomber” che causò 3 morti e 23 feriti spedendo una serie di pacchi-bomba, Eric Rudolph, un estremista cristiano che compì un attentato alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996 causando un morte e 111 feriti, e Jared Loughner, l’uomo che, nel tentativo di uccidere la deputata Gabrielle Giffords nel 2011, uccise 6 persone, tra cui un giudice federale e una bambina di 9 anni, e ne ferì 14, tra cui la vittima predestinata, ferita gravemente da un colpo di pistola alla testa. Tutti processati da corti federali, sono stati condannati all'ergastolo e non a morte. Negli altri processi la Clarke era sempre riuscita a raggiungere un accordo con la pubblica accusa, e ottenere la condanna all'ergastolo senza condizionale in cambio di una ammissione di colpevolezza. In questo processo però la pubblica accusa ha respinto ogni proposta di accordo. Il giudice George O'Toole Jr., che ha presieduto il processo, non ha ancora fissato la data di formalizzazione della sentenza. I primi commenti alla sentenza sono venuti dal sindaco di Boston, dall’Attorney General degli Stati Uniti, e dal capo della polizia del MIT. Marty Walsh, sindaco di Boston, ha detto: “Spero che il verdetto dia un po’ di sollievo ai sopravvissuti, alle famiglie, e a tutti coloro che hanno subito l’impatto dei violenti e tragici eventi del 2013”. Loretta Lynch, da poco nuovo Procuratore Generale degli Stati Uniti: “Sappiamo tutti che non c’è sentenza che possa guarire le anime di chi ha perso qualcuno, né guarire le menti e i corpi di chi, da questo attacco codardo, ha subito gravi lesioni. Ma la pena massima è la giusta pena per questo orribile crimine, e speriamo che questo possa portare un qualche sollievo alle vittime e alle loro famiglie”. John DiFava, capo della polizia del Massachusetts Institute of Technology, per il quale lavorava una delle vittime dei fratelli Tsarnaev: “L’orrore di quello che abbiamo attraversato non può essere annullato, ma spero che la conclusione del processo, e il verdetto, possano offrire una qualche misura di sollievo, non importa quanto piccola”. Il fatto che tutti i commenti “positivi” della sentenza facciano riferimento al “poco sollievo” che probabilmente ne deriverà per le vittime è qualcosa di abbastanza atipico negli Stati Uniti, in parte probabilmente riflette l’imbarazzo di una condanna a morte fortemente voluta dall'amministrazione Obama, ma non dalle vittime né dai cittadini del Massachusetts. Da quando è stata reintrodotta la pena di morte nel sistema federale nel 1988, solo 3 persone sono state giustiziate, l’ultima nel 2003. Sempre dal 1988, i processi federali si sono conclusi con una condanna a morte in media il 30% delle volte in cui la pubblica accusa la ha chiesta, per un totale, con quella di oggi, di 75 condanne a morte. Tsarnaev diventa il detenuto n° 63 del braccio della morte federale, a Terre Haute, in Indiana. La differenza tra le 75 condanne e i 63 detenuti è data da persone che sono state in seguito prosciolte, o sono morte per morte naturale o per suicidio.