USA - Texas. Leader conservatori intervengono a favore di Scott Panetti

13 Febbraio 2015 :

Leader conservatori intervengono a favore di Scott Panetti, un condannato a morte del Texas le cui gravi condizioni mentali sembrerebbero acclarate. Lo hanno fatto sottoscrivendo una lettera presentata formalmente (sotto forma di Amicus Brief) alla Corte d’Appello del 5° Circuito, che il 3 dicembre 2014 aveva sospeso l’esecuzione a poche ore dall'orario previsto al fine di valutare meglio le condizioni mentale di Panetti. La lettera è stata firmata, tra gli altri, da Mark Earley, ex procuratore generale della Virginia, Harold Stratten, ex procuratore generale del New Mexico, David Keene, opinionista del Washington Times, James Miller, alto funzionario sotto l’amministrazione Reagan, e Richard Viguerie, presidente di ConservativeHQ.com. “Anche per coloro che sono favorevoli ad un uso giusto e misurato della pena di morte, l’esecuzione di Panetti costituirebbe uno scandalo morale, che minerebbe la fiducia nel sistema”. La lettera si conclude: “A Panetti dovrebbero essere concessi il tempo e le risorse che chiede, e il caso dovrebbe essere rinviato fino a quando una adeguata istanza non possa essere preparata a supporto dell’idea che sia troppo malato per essere giustiziato”. Panetti, 56 anni, bianco, è stato condannato a morte per aver ucciso, nel 1992, il padre e la madre di sua moglie, Joe e Amanda Alvarado. Nel 1978, all'età di 20 anni, venne dismesso “con onore” (ossia non per motivi disciplinari) dalla Marina Militare con una diagnosi di schizofrenia. Nei 14 anni prima degli omicidi venne ricoverato 13 volte in reparti psichiatrici, e le diagnosi di schizofrenia e schizofrenia paranoide confermate più volte. Al processo volle difendersi da solo, e a sua difesa volle chiamare oltre 200 testimoni, tra i quali Gesù Cristo e J.F. Kennedy. Dopo la condanna gli venne affiancato un avvocato d’ufficio, e da allora viene sollevato il problema della malattia mentale, che nel braccio della morte è ulteriormente peggiorata. Al momento però tutte le corti investite della vicenda hanno ritenuto questa motivazione insufficiente per commutare la condanna a morte in ergastolo. (vedi anche 26 novembre e 3 dicembre 2014).
 

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