25 Dicembre 2020 :
Pubblicata l’ultima edizione di "Death Row USA" aggiornata al 1° ottobre 2020: 2.553 persone nei bracci della morte.
A quella data, nei bracci della morte degli Stati Uniti (28 stati, più 2 giurisdizioni: il braccio della morte federale e quello militare) c’erano 2.553 persone.
Tre mesi prima, al precedente rapporto, erano 2.591. Si tratta di un calo di 38 unità in un trimestre durante il quale sono state effettuate 8 esecuzioni.
L’ormai tradizionale rapporto trimestrale DRUSA, curato dal Legal Defense Fund del NAACP (National Association for the Advancement of Colored People) rileva che la popolazione del braccio della morte è diminuita ogni anno dal 2000. Il 1° gennaio 2000, DRUSA contò 3.652 persone nel braccio della morte o in attesa di ripetizione del processo capitale. Il calo da 3.652 del 1° gennaio 2000 a 2.591 di oggi rappresenta un calo complessivo di 1.099 unità, il 30,1%.
Il Bureau of Justice Statistics (l’agenzia federale, costola del FBI, che raccoglie, elabora e distribuisce i dati statistici su crimine e detenzione) ha calcolato che la popolazione del braccio della morte negli Stati Uniti è diminuita ogni anno dal 2001, con il numero delle condanne a morte annullate e dei proscioglimenti che supera quelle delle nuove condanne a morte emesse.
Il dato più rilevante di questo ultimo censimento è che, con almeno 16 detenuti deceduti nei bracci della morte per Covid, e con un record minimo di nuove condanne a morte causate dal rinvio dei processi capitali, la popolazione del braccio della morte degli Stati Uniti, nell'anno che va dal 1° ottobre 2019 al 30 settembre 2020, è scesa di 86 unità, il 3,4%. 38 detenuti in meno in un trimestre, e 86 detenuti in meno in un anno sono le cifre “migliori” dal 2017.
Il rapporto scorpora i dati, e calcola quanti detenuti sono nel braccio della morte alle prese con una “condanna a morte attiva”, intendendo con questo termine che non bisogna calcolare chi è ancora nel braccio della morte ma nel frattempo ha avuto la condanna a morte annullata o nella parte del verdetto di colpevolezza, o nella parte di determinazione della pena, o che comunque è in attesa della ripetizione del processo o del completamento degli appelli.
Si tratta di 227 persone le cui condanne al momento sono annullate, ma potrebbero essere ripristinate con la ripetizione del processo. Del resto, quando una condanna a morte viene annullata, il giudice può stabilire se il detenuto deve essere tolto dal braccio della morte, oppure no. Nella maggior parte dei casi il giudice non dispone l’uscita dal death row, sapendo che contro il suo annullamento farà certamente ricorso la pubblica accusa, e quindi l’annullamento potrebbe essere annullato, anche in tempi relativamente brevi.
Fatta questa premessa, le persone nel braccio della morte con una condanna a morte definitiva sono 2.326, 81 in meno rispetto alle 2.407 condanne a morte attive al 1° ottobre 2019.
Ulteriormente, il rapporto DRUSA scorpora i dati di coloro che al momento non potrebbero essere giustiziati perché nel loro stato è in vigore una moratoria che non è previsto termini a breve. Nel rapporto scorso erano 4 gli stati in cui era in vigore una moratoria decisa dal Governatore, ma nel frattempo, uno di questi stati, il Colorado, il 23 marzo ha abolito la pena di morte e commutato le condanne degli unici due detenuti in ergastoli senza condizionale. Alla data del 1° ottobre 2020 vanno quindi considerati non a rischio di esecuzione imminente i detenuti dei bracci della morte di California, Pennsylvania, e Oregon, un totale di 877 persone. Questo fa scendere il numero di detenuti a “effettivo rischio di esecuzione” a 1.496, il numero più basso da decenni.
Drusa calcola quindi che nei bracci della morte solo il 58,6% delle condanne sia “ad effettivo rischio di esecuzione”.
Come sempre, il braccio della morte più popoloso è quello della California (711), lo stato più popoloso degli Stati Uniti ma anche uno stato che non esegue esecuzioni da poco meno di 15 anni, dal gennaio 2006. Alla California segue: Florida (347), Texas (210), Alabama (170), Pennsylvania (142), North Carolina (141), Ohio (141) e Arizona (119).
Alcuni stati hanno pochissime persone nel braccio della morte: 1 nel New Hampshire, South Dakota e Wyoming, 2 nel Montana e Virginia, 4 nel braccio della morte militare (l'ultima esecuzione di un soldato è stata nel 1961).
Il motivo principale del calo del braccio della morte è la diminuzione di nuove condanne a morte. Infatti le nuove condanne sono molte meno rispetto alle condanne eseguite, ai detenuti morti di vecchiaia o di malattia nei bracci ella morte, e rispetto alle condanne a morte annullate in appello. Anche l’ambito geografico della pena di morte è sempre più limitato.
A livello nazionale, la popolazione nel braccio della morte continua a riflettere le disparità razziali nella pena capitale.
Il 42,2% dei prigionieri nel braccio della morte è bianco, il 41,6% è nero, il 13,4% latino-americano, l'1,8% asiatico e lo 0,9% nativo americano. Il due per cento di tutti i detenuti nel braccio della morte sono donne, 51.
Da quando la pena di morte è stata reintrodotta negli Stati Uniti nel 1976 (la prima esecuzione è stata compita nel 1977) al 1° ottobre 2020, sono state giustiziate 1.526 persone: 855 bianchi (56%), 519 neri (34,1%), 128 ispanici (8,4%), 17 pellerossa (1,1%), 7 asiatici (0,4%). In totale, 1.510 uomini (98,95 %) e 16 donne (1,05 %).
"Death Row USA" registra anche la razza e il sesso delle vittime relative alle esecuzioni effettuate. Le 1526 persone giustiziate erano accusate di aver ucciso un totale di 2229 persone.
Divise per razza le vittime erano 1.687 bianche (75,7%), 339 nere (15,2%), 155 ispaniche (7%), 41 asiatiche (1,8%), e 7 pellerossa (0,3%).
Divise per sesso le vittime erano 1.130 maschi (50,7%), e 1.099 femmine (49,3%). Il 10% delle persone giustiziate (149) aveva rinunciato volontariamente a presentare appello. Dal 1977 ad oggi, e prima che nel 2005 la Corte Suprema vietasse le esecuzioni di minorenni, 23 persone erano state giustiziate per reati commessi da minorenni.