USA - Pubblicata l’ultima edizione di "Death Row USA" aggiornata al 1° gennaio 2020.

13 Marzo 2020 :

Pubblicata l’ultima edizione di "Death Row USA - Inverno 2020" aggiornata al 1° gennaio 2020. A quella data, nei bracci della morte degli Stati Uniti (29 stati, più 2 giurisdizioni: il braccio della morte federale e quello militare) c’erano 2.620 persone. Tre mesi prima, al precedente rapporto, erano 2.639. Si tratta di un calo di 19 unità in un trimestre, e di 70 unità rispetto al rapporto di 12 mesi prima (-2,6%).

L’ormai tradizionale rapporto trimestrale curato dal Legal Defense Fund del NAACP (National Association for the Advancement of Colored People) rileva che la popolazione dei bracci della morte Usa è diminuita del 19,7% nel corso dell'ultimo decennio (era 3.261 il 1° gennaio 2010), ed è diminuita del 28,3% dal 1° gennaio 2000, quando era di 3.652 persone nel braccio della morte o in attesa di ripetizione del processo capitale.

Una analisi del Death Penalty Information Center sui dati di “Death Row USA: Winter 2020” (DRUSA 2020 Winter) nota che questo è il numero più basso di detenuti nel braccio della morte dal 1991, quando “DRUSA 1991 Winter” registrò 2.547 detenuti.

Il rapporto scorpora i dati, e calcola quanti detenuti sono nel braccio della morte alle prese con una “condanna a morte attiva”, intendendo con questo termine che non bisogna calcolare chi è ancora nel braccio della morte ma nel frattempo ha avuto la condanna a morte annullata o nella parte del verdetto di colpevolezza, o nella parte di determinazione della pena, o che comunque è in attesa della ripetizione del processo o del completamento degli appelli. Si tratta di 240 persone le cui condanne al momento sono annullate, ma potrebbero essere ripristinate con la ripetizione del processo. Del resto, quando una condanna a morte viene annullata, il giudice può stabilire se il detenuto deve essere tolto dal braccio della morte, oppure no. Nella maggior parte dei casi il giudice non dispone l’uscita dal death row, sapendo che contro il suo annullamento farà certamente ricorso la pubblica accusa, e quindi l’annullamento potrebbe essere annullato, anche in tempi relativamente brevi. Fatta questa premessa, le persone nel braccio della morte con una condanna a morte definitiva sono 2380, 74 in meno (-3%) rispetto al rapporto di 12 mesi prima, quando erano 2.454.

Ulteriormente, il rapporto DRUSA scorpora i dati di coloro che al momento non potrebbero essere giustiziati perché nel loro stato è in vigore una moratoria che non è previsto termini a breve. Alla data del 1° gennaio 2020 il 34,6% di quelli nel braccio della morte o in attesa di nuovo processo (906 persone) erano in stati con una moratoria in vigore (California, Colorado, Oregon e Pennsylvania).

Sottraendo i casi negli stati con moratoria e i casi in cui i verdetti di colpevolezza o le condanne a morte sono state annullate, DRUSA calcola che le condanne a more esecutive (in Italia si direbbe “definitive”) siano “solo” 1525. Il 42% dei detenuti nei bracci della morte hanno quindi condanne “non attive” o comunque non eseguibili fino a che rimangono in vigore le moratorie.

Come sempre, il braccio della morte più popoloso è quello della California (725), lo stato più popoloso degli Usa ma anche uno stato che non effettua esecuzioni da 14 anni, dal gennaio 2006. Seguono Florida (347), Texas (218), Alabama (175), Pennsylvania (147), North Carolina (145), Ohio (141) e Arizona (119).

Il rapporto ricorda che i bracci della morte raggiunsero la loro massima espansione nel 2000, con 3.593 detenuti. Il motivo principale del calo del braccio della morte è la diminuzione di nuove condanne a morte. Infatti le nuove condanne sono molte meno rispetto alle condanne eseguite, ai detenuti morti di vecchiaia o di malattia nei bracci ella morte, e rispetto alle condanne a morte annullate in appello. Anche l’ambito geografico della pena di morte è sempre più limitato. A livello nazionale, la popolazione nel braccio della morte continua a riflettere le disparità razziali nella pena capitale.

Il 42,10% dei detenuti sono bianchi, il 41,56% neri, il 13,47% latini, l’1,79% asiatici e l'1,03% erano nativi americani. Tra gli stati con almeno 10 detenuti, gli Stati che avevano la più alta percentuale di minoranze razziali ed etniche erano Nebraska (75%), Texas (73%) e Louisiana (71%).

Il 2,02% di tutti i prigionieri nel braccio della morte sono donne, 53.

Dal 1976 al 1° gennaio 2020 sono state giustiziate 1.512 persone: 845 bianchi (55,89%), 517 neri (34,19%), 127 ispanici (8,40%), 16 pellerossa (1,06%), 7 asiatici (0,46%). In totale, 1.496 uomini e 16 donne (1,06 % del totale). "Death Row USA" registra anche la razza e il sesso delle vittime relative alle esecuzioni effettuate. Le 1512 persone giustiziate erano accusate di aver ucciso un totale di 2206 persone. Divise per razza le vittime erano 1.668 bianche (75,61%), 339 nere (15,37%), 153 ispaniche (6,94%), 41 asiatiche (1,86%), e 5 pellerossa (0,23%). Divise per sesso le vittime erano 1.122 maschi (50,86%), e 1.084 femmine (49,14%). Il 10% delle persone giustiziate (149) aveva rinunciato volontariamente a presentare appello. Dal 1977 ad oggi, e prima che nel 2005 la Corte Suprema vietasse le esecuzioni di minorenni, 23 persone erano state giustiziate per reati commessi da minorenni.

 

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