01 Luglio 2018 :
Rapporto trova difetti sistemici, raccomanda importanti modifiche alla legge capitale della Pennsylvania. Nel 2011 (vedi 14/12/2011) il Senato aveva approvato 38-12 una risoluzione (SR6) per avviare una analisi complessiva della pena di morte in Pennsylvania. Trattandosi di una “risoluzione” e non di una legge, non c’era bisogno di un passaggio alla Camera e dal Governatore. Parere contrario era stato manifestato dall’associazione dei Procuratori Distrettuali della Pennsylvania. La Commissione ha impiegato molto tempo per completare le sue analisi, al punto che già il 5 maggio 2015 (vedi) il governatore Tom Wolf aveva ribadito di voler tenere ferme le esecuzioni fino a quando non gli fosse stato consegnato lo studio sul sistema capitale. Oggi la Commissione (Pennsylvania Task Force and Advisory Committee on Capital Punishment), composta da parlamentari, pubblici ministeri, avvocati difensori, capi di polizia, giudici e parenti delle vittime, ha pubblicato le sue conclusioni. Il gruppo di specialisti bipartisan ha esaminato 17 questioni relative alla pena di morte, tra cui costi, pregiudizi, innocenza, proporzionalità, malattia mentale e disabilità intellettiva, qualità dell’assistenza legale e impatto sulle famiglie delle vittime ha portato a numerose raccomandazioni di riforma. Alla fine, tuttavia, la commissione ha concluso che alcuni problemi non sono affrontabili: "Non c'è modo di mettere in atto garanzie procedurali che garantiscano con certezza al 100% che il Commonwealth (lo Stato, ndt) non giustizi una persona innocente", afferma il rapporto. Per affrontare le disparità nella qualità dell’assistenza legale, la relazione raccomanda la creazione di un ufficio, finanziato dallo Stato, che fornisca avvocati d’ufficio competenti e preparati, in grado di assistere gli imputati di reati capitali sia nella fase processuale che nella fase successiva, spesso lunga molti anni, quella dei ricorsi. Ha anche raccomandato di escludere dai processi capitali le persone con gravi malattie mentali, e di determinare ancora prima del processo se un imputato sia a non sia intellettualmente disabile. Il senatore statale Daylin Leach, che ha fatto parte della task force e che più volte ha proposto leggi per l'abolizione della pena di morte, ha dichiarato: "Il rapporto conclude che il nostro sistema capitale è molto costoso e manca un modo per garantire che persone innocenti non vengano giustiziate. Inoltre, troppe persone nel braccio della morte sono svantaggiate economicamente o intellettualmente. E infine, non ci sono prove sostanziali che la pena capitale abbia un potere deterrente sui reati violenti". Marc Bookman, avvocato difensore e condirettore dell'Atlantic Centre for Capital Representation, ha dichiarato: "Molte persone concluderanno che avere la pena di morte in Pennsylvania non ha senso per ragioni morali, pratiche o finanziarie. Per coloro che pensano ancora che valga la pena conservarla, lo studio documenta l'ampio lavoro che sarebbe necessario per soddisfare i requisiti costituzionali di equità e giusto processo, al fine di ridurre al minimo le possibilità di errore." Il presidente dell'Associazione dei Procuratori Distrettuali della Pennsylvania, John Adams, ha invece attaccato il rapporto come qualcosa che "Riflette risultati predeterminati che riaffermano la solita litania di opinioni avanzate da lungo tempo dagli oppositori della pena di morte e dalla maggioranza dei membri della commissione". In una dichiarazione, ha affermato: "Mancando una prospettiva ampia, l’onestà intellettuale, o un approccio equilibrato alla questione della giustizia, il rapporto non diventerà nient'altro che un altro strumento politico utilizzato nelle campagne diffamatorie di coloro che sono determinati a smantellare il sistema giudiziario penale." Il governatore Tom Wolf, che ha imposto una moratoria sulle esecuzioni nel 2015, ha detto che rivedrà la relazione e le sue raccomandazioni prima di prendere ulteriori decisioni. Molti dei difetti sistemici identificati nel rapporto sono noti, ma rimasti senza risposta per decenni. Nel 1990, una Task Force congiunta della Corte Suprema della Pennsylvania e della Corte d'Appello per il Terzo Circuito ha riscontrato problemi sistemici "di grandi proporzioni" nel garantire una adeguata difesa d’ufficio in ogni fase del processo e di appello. Nel 2003, Commissione della Corte Suprema di Stato incaricata di valutare i pregiudizi di razza e di genere nel sistema penale ha di nuovo rilevato “fallimenti sistemici” nel sistema degli avvocati d’ufficio, fallimenti che hanno effetti sproporzionati sugli imputati che appartengono a minoranze. La Commissione raccomandò una moratoria in attesa che venissero adottate le opportune modifiche legislative. Nel 2007 un rapporto della American Bar Association (associazione professionale degli avvocati) dedicato al sistema capitale della Pennsylvania ha anch’essa rilevato una vasta gamma di difetti sistemici, compreso il mancato rispetto della maggior parte delle raccomandazioni ABA sulla fornitura di consulenti legali, risorse investigative ed esperti.