22 Aprile 2020 :
William Garrison, che sarebbe stato scarcerato tra poche settimane dopo aver scontato quasi 44 anni dietro le sbarre, è deceduto la scorsa settimana a causa di COVID-19, hanno riferito funzionari della prigione. Garrison, 60 anni, nero, era in carcere ininterrottamente da quando aveva 16 anni. Stava scontando un omicidio di primo grado durante una rapina a mano armata nel 1976.
Avrebbe avuto la possibilità di essere rilasciato “sulla parola” all'inizio di quest'anno, ma aveva deciso di finire di scontare la pena in modo da essere libero dalla supervisione dopo la scarcerazione, ha detto Chris Gautz, il portavoce dell’Amministrazione Penitenziaria del Michigan.
"Non voleva andare in libertà vigilata, voleva aspettare ed uscire completamente libero dalla supervisione a settembre", ha detto Gautz.
L’Amministrazione gli ha proposto la libertà condizionale ancora tre settimane fa, dal momento che la sua età lo aveva reso più vulnerabile al coronavirus, e Garrison questa volta aveva accettato, ha detto Gautz.
Per accelerare la procedura l’Amministrazione aveva chiesto all’Ufficio del Procuratore di rinunciare al termine di 4 settimane che la legge assegna alla procura per opporsi alle scarcerazioni sulla parola. Ma Garrison è morto solo cinque giorni dopo, il 13 aprile, prima che dalla Procura arrivasse una risposta.
Secondo Gautz, Garrison non aveva chiesto l’intervento dei medici della prigione fino a poco prima della sua morte, e apparentemente non aveva alcun sintomo di COVID-19. Un test dopo la sua morte ha confermato che aveva il virus.
"Abbiamo fatto tutto il possibile per farlo uscire", ha detto Gautz.
La sorella di Garrison, Yolanda Peterson, ha detto alla Detroit Free Press che pensa che il personale della prigione avrebbe potuto fare di più per aiutare suo fratello, e che i compagni di detenzione le hanno detto che il suo compagno di cella era stato malato per diversi giorni prima della morte di Garrison. L’Amministrazione ha affermato di aver controllato i detenuti cella per cella e che il compagno di cella di Garrison è successivamente risultato negativo al virus.
Almeno 17 detenuti in Michigan sono deceduti a causa del virus e oltre 520 sono risultati positivi, secondo l’Amministrazione. A livello nazionale, gli Stati Uniti hanno più persone dietro le sbarre, pro capite, di qualsiasi altra nazione e le strutture carcerarie affollate sono particolarmente sensibili alla diffusione del coronavirus ai detenuti e al personale.
Il Michigan ha confermato complessivamente 31.242 casi e 2.391 morti a partire da lunedì mattina, secondo la Johns Hopkins University. Il Michigan ha il terzo più alto numero di decessi della nazione a causa del virus, dietro a New York e New Jersey.