USA - Le confessioni estorte con la tortura non saranno usate nei processi di Guantánamo

USA - Guantanamo (Cuba)

16 Febbraio 2022 :

Il Dipartimento di Giustizia inverte la rotta: le confessioni estorte con la tortura non saranno usate nei processi di Guantánamo.
In quello che un analista ha descritto come "un passo importante per ripristinare lo stato di diritto", il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti si è impegnato a non utilizzare le dichiarazioni ottenute con la tortura nel processo della Commissione militare di Guantánamo nei confronti di Abd Al-Rahim Hussein Al-Nashiri, accusato di aver ideato l'attentato suicida di Al Qaeda alla USS Cole che ha ucciso 17 marinai statunitensi nell'ottobre 2000. Il governo degli Stati Uniti chiede la pena di morte contro Al-Nashiri. In una memoria depositata il 31 gennaio 2022, il Dipartimento di Giustizia ha affermato: “Il governo riconosce che la tortura è ripugnante e illegale e aderisce inequivocabilmente a standard di trattamento umano per tutti i detenuti. ... Il governo non chiederà l'ammissione, in nessuna fase del procedimento, di nessuna delle dichiarazioni che l’imputato ha rilasciato mentre era sotto custodia della CIA".
Quella promessa "dovrebbe essere insignificante", ha scritto la ex consigliera legale del Consiglio di Sicurezza Nazionale e del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti Tess Bridgeman in un commento del 1° febbraio 2022 su Just Security, dati gli obblighi degli Stati Uniti in materia di diritti umani ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura. Tuttavia, ha rappresentato un netto allontanamento dalle memorie presentate dall'ex procuratore capo delle commissioni militari, il Generale Mark S. Martins, in cui le autorità statunitensi hanno affermato che la legge federale sulle commissioni militari consentiva l'esame nei procedimenti preliminari delle prove ottenute mediante tortura. Gli avvocati di Al-Nashiri hanno presentato una petizione alla Corte d'Appello degli Stati Uniti per il Circuito del Distretto di Columbia nell'ottobre 2021 cercando di impedire ai pubblici ministeri di presentare "prove derivate dalla tortura" in qualsiasi procedimento nel suo caso. Gli esperti di diritti umani hanno definito la risposta del governo degli Stati Uniti alla mozione "un 'momento della verità' per l'amministrazione Biden sulla tortura". Sebbene la decisione del Dipartimento di Giustizia non impedisca alle future amministrazioni di tentare di utilizzare le prove ottenute attraverso la tortura in altri casi di commissioni militari, si tratta chiaramente di una decisione importante.
Il processo di Al-Nashiri è stato ripetutamente rinviato, l'ultimo a causa delle improvvise dimissioni del generale Martins provocato proprio dalle obiezioni dell'amministrazione Biden all'uso delle prove ottenute con la tortura. Il New York Times ha riferito che Martins si era "ripetutamente scontrato con gli avvocati dell'amministrazione Biden per le posizioni che il suo ufficio aveva assunto sul diritto internazionale applicabile e sulla Convenzione contro la Tortura presso la corte di Guantánamo". Al-Nashiri ha affermato, supportato da centinaia di pagine di documentazione, di essere stato torturato da agenti della CIA. Una petizione del 2017 alla Corte Suprema degli Stati Uniti ha descritto come gli agenti della CIA lo abbiano sottoposto a 14 anni di "torture fisiche, psicologiche e sessuali". Hanno presentato prove che al-Nashiri è stato sottoposto a waterboarding, sodomia forzata, fame, alimentazione forzata rettale, privazione del sonno, essendo stato messo in una cassa delle dimensioni di una bara per un totale di 11 giorni e una cassa delle dimensioni di una cassaforte da ufficio per 29 ore, ed essere stato minacciato con una pistola carica e un trapano elettrico mentre era sospeso, nudo e incatenato, al soffitto di una cella in un sito segreto, sito che un agente della CIA ha descritto come "la cosa più vicina a un segreta medievale che ha mai visto".
L'uso da parte della CIA di queste pratiche di interrogatorio è documentato anche in un rapporto del 2014 del Comitato ristretto per l'Intelligence del Senato degli Stati Uniti, noto come "The Torture Report". La Bridgeman ha elogiato i pubblici ministeri militari scrivendo: "L'amministrazione Biden ha appena compiuto un passo importante per ripristinare lo stato di diritto presso le commissioni militari di Guantanamo".  

Department of Justice Reverses Course, Rejects Use of Evidence Obtained by Torture in Guantánamo Death Penalty Case | Death Penalty Information Center

 

 

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