13 Luglio 2020 :
La giudice federale Tanya S. Chutkan ferma di nuovo le esecuzioni federali, a partire da quella di Lee che era in calendario per oggi alle 16. Come è noto, l’amministrazione Trump, nella persona del Procuratore Generale degli Stati Uniti (ministro della giustizia) William Barr, il 25 luglio 2019 (vedi) aveva annunciato che il governo intendeva riprendere le esecuzioni federali, l’ultima delle quali era stata effettuata nel 2003. Contestualmente, sempre il 25 luglio (vedi) il BOP (Federal Bureau of Prisons) annunciava l’adozione di un nuovo protocollo di esecuzione, basato su una overdose di un solo farmaco, il Pentobarbital. Il 21 novembre 2019 (vedi) la giudice federale Tanya S. Chutkan della Corte distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto della Columbia aveva emesso un'ingiunzione preliminare che bloccava le esecuzioni in attesa che fossero completati i ricorsi contro il protocollo di esecuzione federale, partendo dal presupposto, che la giudice aveva condiviso, che Dipartimento di Giustizia e BOP non avessero l'autorità legale per stabilire unilateralmente un nuovo protocollo di esecuzione. Il 2 dicembre 2019 (vedi) la Corte d'appello degli Stati Uniti per il circuito del Distretto di Columbia (la corte federale che ha giurisdizione su Washington DC) aveva respinto 3-0 il ricorso dell’Amministrazione, la quale era ricorsa alla Corte Suprema, la quale, a sua volta, il 6 dicembre (vedi) aveva confermato la validità della sospensione. Il 7 aprile 2020 (vedi) la corte d’appello federale cambiava idea e, con il voto favorevole di 2 giudici nominati da Trump, votava 2-1 per annullare l'ingiunzione. Avevano votato a favore i due giudici nominati da Trump, Gretory Katsas, nominato nel 2017, e Neomi Rao, nominata nel 2019. Aveva votato contro il giudice David Tatel, nominato da Bill Clinton. La sentenza del 7 aprile, emessa senza motivazione, e con una ratio che era stata criticata da diversi osservatori, non dava il via libera alle esecuzioni, stabiliva solo che il BOP ha l’autorità di modificare il protocollo. La stessa sentenza però rimandava il caso alla giudice Chutkan perché entrasse nello specifico delle modifiche proposte dal BOP. Oggi la giudice Chutkan ha riconosciuto la fondatezza delle obiezioni sollevate dai detenuti, i quali hanno presentato prove convincenti che il piano del governo di utilizzare solo pentobarbital per compiere le esecuzioni "rappresenta un rischio incostituzionalmente significativo di dolore grave". Chutkan ha affermato che i detenuti hanno dimostrato che, in altre esecuzioni, i condannati cui è stato somministrato il pentobarbital hanno sofferto di "edema polmonare istantaneo", che interferisce con la respirazione e produce sensazioni di annegamento e strangolamento. Come previsto dalla legge, i detenuti hanno anche indicato delle alternative secondo loro preferibili: l'uso di un farmaco oppiaceo o anti-ansia all'inizio della procedura o un metodo completamente diverso, il plotone d’esecuzione, ha detto Chutkan. L’Amministrazione ha subito inoltrato un ricorso alla Corte d'appello degli Stati Uniti per il circuito del Distretto di Columbia, la stessa che, come abbiamo detto sopra, il 7 aprile, dopo l’entrata in servizio di 2 giudici nominati da Trump, aveva dato torto alla Chutkan sulla questione che l’Amministrazione dovesse seguire una diversa procedura per cambiare il protocollo di esecuzione. La Corte d'Appello in tempi brevissimi ha respinto il ricorso,e l'Amministrazione ha presentato il ricorso successivo, quello alla Corte Suprema degli Stati Uniti, da cui non è ancora giunta risposta. Allo scadere della mezzanotte del 13 luglio (eastern time, -5 rispetto a Greenwich, - 6 rispetto all'Italia, quindi alle mezzanotte tra il 13 e il 14 luglio in Indiana, dove si trova il braccio della morte federale, in Italia erano le 6 del mattino del 14 luglio) la Corte Suprema degli Stati Uniti non aveva risposto. L'Amministrazione insiste nella speranza di poter effettuare almeno le esecuzioni previste per i prossimi giorni: per il 15 luglio è messa in calendario l’esecuzione di Wesley Ira Purkey.
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