USA - La Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato 5-4 la costituzionalità dell’uso del Midazolam per le iniezioni letali

30 Giugno 2015 :

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato 5-4 la costituzionalità dell’uso del Midazolam per le iniezioni letali. I 5 giudici conservatori hanno deciso che il ricorso di 3 condannati a morte dell’Oklahoma non forniva prove certe dell’inefficacia del farmaco, né indicava un metodo alternativo ritenuto più valido. Secondo la maggioranza dei giudici, proibire l’uso del Midazolam avrebbe “legato le mani degli stati, e questo non è giusto”. I 4 giudici progressisti hanno votato in dissenso, e 2 di loro, Stephen Breyer e Ruth Bader Ginsburg si sono spinti fino a mettere in discussione la stessa pena di morte. “Sarebbe opportuno trattare una questione più di base: se la pena di morte viola la costituzione. Per come viene amministrata oggi, la pena di morte mostra, da un punto di vista costituzionale, tre difetti fondamentali: è inaffidabile, è applicate in maniera arbitraria, e i suoi tempi molto lunghi minano gli effetti retributivi che dovrebbe avere. Forse non è un caso se molti stati ne hanno abbandonato l’uso”. Il 23 gennaio (vedi) la Corte Suprema degli Stati Uniti aveva accettato di discutere il ricorso Glossip v. Gross (No. 14-7955), ossia il ricorso di un gruppo di condannati a morte dell’Oklahoma che contestavano l’efficacia del Midazolam come primo dei tre farmaci nel protocollo di iniezione letale dell’Oklahoma. Poiché il Midazolam era utilizzato anche in altri stati (Alabama, Florida, Kentucky, Louisiana, Oklahoma e Virginia), questo ricorso, secondo molti osservatori, era uno dei più importanti degli ultimi anni sul tema della pena di morte. Secondo i ricorrenti (Richard Glossip, John Grant e Benjamin Cole), il Midazolam non avrebbe garantito la sedazione sufficiente e necessaria per garantire che il dolore provocato dai 2 farmaci mortali iniettati di seguito non venisse percepito dal condannato. Di fatto il Midazolam è stato al centro di 3 esecuzioni “difettose”, quella di McGuire in Ohio il 16 gennaio 2014 (vedi), quella di Clayton Lockett in Oklahoma del 29 aprile 2014 (vedi) e quella di Joseph Wood in Arizona il 23 luglio 2014 (vedi). Altre 12 esecuzioni con lo stesso farmaco apparentemente non hanno dato problemi. Il 29 aprile (vedi) i giudici hanno ascoltato e interrogato le due parti, con i giudici più conservatori che subito si sono mostrati più propensi a respingere il ricorso, e quelli più liberali ad accettarlo. La giudice Elena Kagan ad esempio ha definito l’effetto del terzo farmaco, il cloruro di potassio, come “essere bruciati vivi”. “Supponete che noi diciamo che vi bruceremo su una pira, ma prima di farlo vi daremo un anestetico del quale però non conosciamo minimamente né le proprietà ne gli effetti”. Per i giudici conservatori invece si trattava di un ricorso strumentale che altro non era che un attacco al concetto stesso di pena di morte. Dale Baich, uno degli avvocati dei condannati a morte, ha dichiarato: “La sentenza di oggi, che autorizza gli stati ad usare il Midazolam, contraddice le intenzioni dei medici e degli scienziati sull'uso dei farmaci. Poiché la Corte ha rifiutato di stabilire che gli stati debbano seguire una impostazione scientifica nelle loro procedure di esecuzione, gli stati saranno autorizzati a condurre altri esperimenti su esseri umani durante le esecuzioni. Nonostante la riluttanza della Corte ad occuparsi di questo importante aspetto, e considerato il rischio sostanziale di danno, il contenzioso sicuramente andrà avanti. Continueremo a lavorare nei tribunali per far sì che gli stati siano ritenuti responsabili di fare il possibile per prevenire altre esecuzioni difettose.”
 

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